Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)
L’intervista al capogruppo di “Artena Cambia”, all’opposizione della Giunta Angelini
Il 27 maggio scorso Felicetto Angelini vinceva la corsa per diventare Sindaco di Artena con uno stacco netto di più di mille voti sulla seconda arrivata, Silvia Carocci, e a 1300 voti circa dal terzo, Erminio Latini. Con le elezioni finivano sei mesi di campagna elettorale e quattro anni di un “Vietnam” politico. Dopo le elezioni tre Consiglieri di minoranza su cinque sono gli stessi. Silvia Carocci in teoria rappresenterebbe la continuità in “Artena Cambia”, di cui è capogruppo. Quanto qiesta continuità sia sostanzialmente tale è da vedere nei fatti, per ora non lo è nello “stile”, che è inscindibile dalle persone.
Dopo le elezioni il modo di fare opposizione è cambiato. Perché?
“Abbiamo compreso – ha risposto la Consigliera Silvia Carocci – anche dagli esiti elettorali che bisogna sviluppare un tipo di opposizione che sia di proposta e di collaborazione per le cose che servono per il miglioramento delle condizioni città. Non significa che non saremo di controllo: siamo in un periodo iniziale della consiliatura e crediamo che sia giusto lavorare per quei progetti che permettono ad Artena di crescere. Cinque anni fa non fu diverso: le ostilità si accentuarono dopo un anno dalle elezioni, quando ci fu la crisi di maggioranza e scoppiò lo scandalo del biometano al Colubro. Rispetto alle attività di controllo stiamo facendo alcune cose con il gruppo Artena Insieme e attualmente stiamo riscontrando delle difficoltà a reperire la documentazione che abbiamo richiesto”.
Quali sono i problemi più rilevanti che individuate nella città?
“Sicuramente la questione della farmacia comunale. Sotto la campagna elettorale è stata riaperta però di fatto continuano le problematiche relative alla gestione, basti pensare che il canone dovuto non è mai stato pagato né per il 2018 né per il 2017 e questo significa minori entrate per la collettività che potrebbero essere utilizzate ad esempio per i servizi sociali. Qualche mese fa, per migliorare il servizio, abbiamo sollevato la questione della Carta dei servizi e l’assessore ci assicurò che sarebbe stata pubblicata, eppure questa cosa non è mai accaduta. Avere una farmacia comunale e non potenziare i servizi è come avere una semplice farmacia privata. Invece dovrebbe consegnare farmaci, organizzare giornate di screening e altro ed è ovvio che l’Amministrazione per la farmacia comunale deve fare da pungolo”.
“Abbiamo poi il nido comunale, che è una struttura importante e per la quale ancora non si lavora per abbassare la retta, rendendola accessibile alle diverse fasce di reddito. Il centro storico è ancora un problema e quanto successo con i Borghi più belli d’Italia è quasi una naturale conseguenza delle mancate politiche fatte in tanti anni: non è sufficiente organizzare degli eventi ma pianificare una riqualificazione del centro storico che non sia solo occasionale ma riguardi i servizi esistenti. Su questo diamo la piena disponibilità a costruire un progetto unitario per Artena che dia la possibilità al centro storico di essere rilanciato veramente. Infine c’è la condizione generale della città, che lascia un senso di abbandono. Sarebbe molto importante lavorare sulla manutenzione e questo sia sulle zone periferiche che centrali, alcune delle quali sono nel degrado”.
“Altra problematica rilevante è quella del Cep. Secondo noi è stata una scelta sbagliata che ha portato allo smantellamento dell’ufficio Tributi mentre era importante che le questioni tributarie fossero gestite internamente dal Comune, anche perché il Cep percepisce un agio sulle attività che porta avanti e allo stesso tempo non ha assorbito il personale che si era detto”.
Il tema dei rifiuti è uno dei grandi temi su cui ci si confronta da tempo ad Artena. Come lo vedete da Artena Cambia?
“Abbiamo sempre creduto che la gestione del servizio dovesse essere di natura pubblica e non abbiamo mai condiviso la scelta politica di fare una gara aperta ai privati. Ovviamente la società che ci ritroviamo è conseguenza della scelta politica dell’amministrazione e, al di là della raccolta, che è iniziata da quasi due anni, ci rendiamo conto che il servizio è svolto a metà”.
“Esiste un “grande buco” rappresentato dall’isola ecologica che ancora non viene aperta, malgrado il contributo della Provincia sia arrivato nel 2008. È un problema perché il sabato mattina gli scarrabili in piazza Livatino non possono compensare una mancanza che mette in difficoltà la stessa società. L’Igiene urbana inoltre ha vinto sulle migliore, che però mancano. Ad esempio era prevista la disinfezione e il lavaggio delle strade che non sono fatti in modo continuativo; era previsto il diserbo e tutta l’attività di comunicazione che non è stata mai fatta adeguatamente. Addirittura abbiamo preso 80 mila euro per la comunicazione dalla Provincia e li stiamo spendendo per cose che avrebbe dovuto fare la società e che non ha fatto, pur addebitando le spese. I soldi della Provincia potevano essere utilizzati con la destinazione originaria ma su progetti più utili, ad esempio formando gli organizzatori dei grandi eventi a differenziare”.
“C’è poi il tema dei lavoratori. Stiamo risparmiando sul costo del servizio ma lo si fa sulla pelle dei lavoratori che sono spesso occupati con contratti interinali a termine molto breve, rendendoli un soggetti contrattualmente deboli. Ma se ricordiamo come sono nati questi rapporti di lavoro, cioè firmando i contratti sui cofani delle auto in piazza, oggi il fatto che la società sia in ritardo sul costo del lavoro non può lasciare stupiti”.
“Tra le altre cose è stato fatto l’albo dei compostatori ma le compostiere non sono state fornite. Detto questo, sono stati annunciati dei numeri sulla percentuale di raccolta: credo che l’80 percento sia relativa al centro storico mentre ritengo che nel resto della città la percentuale sia buona ma non a quei livelli. A due anni dall’avvio della raccolta ritengo sia opportuno fare un bilancio del servizio, magari con un Consiglio comunale ad hoc per elaborare delle proposte migliorative che comprendano anche politiche di riuso e di riciclo”.
Intanto però la Tari è stata ridotta…
“Sulla Tari in questi anni abbiamo sempre cercato di dare un contributo per ridurre i costi e rivendichiamo la proposta di ridurre il tributo nel centro storico, che era stata fatta dall’allora capo gruppo Fabrizio De Castris. Oggi siamo in una fase nuova e il dato nuovo è la transazione con Lazio Ambiente: un risultato buono per la comunità. Ora serve un rilancio e siamo disponibili a confrontarci con la maggioranza per ragionare su come utilizzare i soldi che il Cep incasserà sul recupero dell’evasione Tari. È per questo che ci rendiamo disponibili sin da oggi per attuare le misure per restituire la Tari pagata in eccedenza sulle pertinenze”.