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Gli alimentari di Artena e Lariano hanno sanificato i locali e riaperto in sicurezza dopo chiusure precauzionali: per ripartire servirebbero più solidarietà e meno pregiudizi. I titolari hanno rotto il velo della privacy e raccontato la loro situazione
Una storia simile accomuna due alimentari di Artena e Lariano. Entrambi chiusi preventivamente per qualche tempo, hanno riaperto, in sicurezza, dopo aver sanificato tutti i locali, anche se non ce n’era bisogno dopo due settimane di chiusura. La sanificazione li ha resi comunque più sicuri di molti altri luoghi. Entrambe le attività stanno ora combattendo contro il pregiudizio.
Gli alimentari che hanno riaperto dopo la sanificazione
A Lariano Gianni Biagi ha riaperto il punto vendita in via Napoli dopo aver sanificato, specificando che “non siamo mai stati positivi al coronavirus”. “Abbiamo anche affisso un cartello all’entrata – ha spiegato – in cui abbiamo detto che il locale è stato sanificato e abbiamo ricevuto diverse attestazioni di vicinanza”. Ora ciò che serve per ripartire è la solidarietà e il sostegno concreto dei clienti, mettendo al bando le “voci di paese” che rischiano di danneggiare una storica e premiata attività.
Ad Artena il 16 aprile scorso, dopo due settimane di chiusura precauzionale, anche l’Alimentari Chiocchiò ha annunciato la riapertura. “Siamo felici di annunciare – aveva scritto – che da domani 17 aprile il nostro Alimentari sarà di nuovo operativo. Vogliamo rassicurare inoltre che il locale è stato completamente sanificato da personale qualificato e che sia il personale dell’esercizio che il titolare sono risultati negativi al tampone di controllo”. “Quando abbiamo chiuso – ha spiegato Adolfo Coculo – lo abbiamo fatto a scopo precauzionale, anche se non ce n’era bisogno perché nessuno del personale è mai risultato positivo”. Anche per l’alimentari del centro storico di Artena serve è un’iniezione di solidarietà da parte della comunità.
D’altra parte se chiudessero gli storici alimentari dei nostri centri, cosa rimarrebbe della comunità e delle tipicità? Ecco perché, anche in questo caso, sarebbe opportuna una “spesa solidale”. Stavolta non per chi non ha soldi ma per quelle attività che devono lottare contro un nemico in più: il pregiudizio.
Il Ministero della Salute: così i locali pubblici sono sanificati
Rendere sani i locali e gli oggetti si può. Le modalità le ha messe nero su bianco il Ministero della Salute. C’è sia la procedura per le strutture ospedaliere sia quella per locali e uffici pubblici. Procedura che le attività in questione hanno eseguito. Ecco cosa dice il Ministero delal Salute: “A causa della possibile sopravvivenza del virus nell’ambiente per diverso tempo, i luoghi e le aree potenzialmente contaminati da SARS-CoV-2 devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati. Per la decontaminazione, si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0,1% dopo pulizia. Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70% dopo pulizia con un detergente neutro”.
I consigli dell’Istituto Superiore di Sanità per chi fa spesa in qualsiasi locale
L’Istituto Superiore di Sanità ha elaborato una guida sintetica (che si può scaricare cliccando qui) che rassicura e spiega come fare la spesa in sicurezza. E non riguarda i locali sanificati ma tutti gli esercizi commerciali. La guida inizia dicendo che “puoi usare i guanti” (“devi” se ci sono ordinanze che lo impongono), che sono uno strumento di protezione individuale, ma va ricordato che non sono sufficienti. L’ISS ricorda infatti che: “(…) è comunque indispensabile sempre il lavaggio corretto delle mani dopo il loro uso; non devi mai toccare occhi, naso e bocca mentre indossi i guanti; devi toglierti i guanti sfilandoli alla rovescia; devi smaltirli negli appositi contenitori per la raccolta indifferenziata”.
Ai guanti si aggiungono altre norme fondamentali: mantenere la distanza di almeno 1 metro con le altre persone che fanno la spesa, i commessi e i cassieri; lavare sempre accuratamente frutta e verdura, soprattutto se desideri mangiarla cruda, sebbene questi prodotti siano considerati a basso rischio di trasmissione. “Queste sono norme che vanno adottate sempre – dice l’Istituto Superiore di Sanità -, così come l’osservanza di buone pratiche igieniche durante la manipolazione, la preparazione e la conservazione dei cibi freschi e cotti”. “Ricorda che – conclude l’ISS – il nuovo coronavirus si trasmette attraverso le goccioline (droplet) o per contatto attraverso le mani, quindi la cosa fondamentale è rispettare le norme igieniche per le mani e il distanziamento“.