Commercio tra solidarietà e riconversione: da Lariano e Artena due esempi positivi contro il coronavirus

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L’epidemia e il rischio della crisi hanno spinto le attività ad innovarsi e i consumatori a tornare verso le “botteghe di quartiere”, un po’ per solidarietà un po’ per necessità, innescando processi di innovazione

Ancora oggi ci sono piccoli commercianti che non percepiscono il bonus da 600 euro. Ci sono attività che non sanno come pagare l’affitto e le utenze e nemmeno quando potranno riaprire a regime. Per moltissimi il covid-19 sarà ricordato come il periodo dell’azzeramento del fatturato. Una crisi del genere ha portato alcuni a deprimersi, altri a trovare il modo di riconvertirsi e riattivare sorprendentemente un mercato che era fermo. Come in tutta Italia (leggi qui l’articolo dell’AGI) anche i consumatori di Artena hanno riscoperto le botteghe di quartiere e i negozi di vicinato, modificando il proprio comportamento d’acquisto. In altri casi le aziende si sono riconvertite differenziando la propria attività.

Da #ArtenaBigFamily ad #ArtenaBigShop

Il percorso che ha permesso di rimuovere un commercio fermo ad Artena è un esempio positivo da seguire. Ciò che ha permesso di mantenere ai commercianti almeno un 30% di attività rispetto al passato è un’idea apparentemente semplice: un gruppo Facebook denominato “#ArtenaBigShop” (clicca qui per accedere).

Nel gruppo ogni commerciante pubblica i servizi offerti, il potenziale acquirente si informa e si mette in contatto con il commerciante, che a sua volta consegna a domicilio la merce ordinata. Il cerchio si chiude con la recensione del cliente pubblicata online (per ora tutte positive).

Un gruppo pubblicitario come tanti altri ce ne sono su Facebook? A prima vista sì ma, a nostro parere, ci sono due “ingredienti segreti” che ne hanno determinato il successo, anche se forse inconsapevoli. Gli ingredienti sono: la solidarietà e la tempestività.

Il prequel di #ArtenaBigFamily

L’iniziativa era stata preceduta dalla fondazione (da parte di Morena Di Cori e Massimo Troiani) di un’altro gruppo denominato #ArtenaBigFamily, in cui gli artenesi potevano postare le proprie esperienze, disegni, canzoni, auguri, soddisfacendo uno dei bisogni fondamentali delle persone: socializzare. In poco tempo, e in pieno lockdown, il gruppo ha proposto l’idea di Artena come una grande famiglia, catalizzando l’attenzione degli artenesi e arrivando a oltre 2500 iscrizioni.

La nascita di #ArtenaBigShop

Pochi giorni dopo, a negozi serrati e persone costrette a casa, dall’idea di Rodolfo Di Re, Massimo Vitelli, Simona Guadagnoli, Massimo Troiani e Morena Di Cori (alcuni dei quali fondatori di #ArtenaBigFamily) è nato #ArtenaBigShop. Il gruppo ha avuto un ulteriore pregio rispetto all’altro gruppo: ha risposto al bisogno della popolazione chiusa in casa di continuare a guardare le vetrine per rifornirsi di beni necessari. L’attività commerciale di consegna a domicilio è stata così catalizzata dal soddisfacimento dei bisogni in tempo di lockdown e da un clima di solidarietà familiare.

Anche questo gruppo ha avuto un successo immediato, arrivando in pochissimo tempo a quasi 2300 iscritti e diventando un esempio interessante per le altre comunità della zona. Gli amministratori del gruppo sono stati contattati da istituzioni e commercianti di Valmontone e Lariano. Successivamente, si è vista la nascita di un altro gruppo simile: a Lariano è nato #Larianoriparte, gruppo con oltre 1100 iscritti. Non è ancora chiaro se l’idea di #ArtenaBigShop sia replicabile altrove. Di certo un’idea (apparentemente) semplice e di matrice comunitaria su Artena ha funzionato e sta funzionando più di altre iniziative eterodirette provenienti da altri territori.

Dal rifornimento dell’HO.RE.CA alla spesa online: l’intuizione dell’azienda di Lariano

Una storia completamente diversa, basata sulla differenziazione di posizionamento, è quella di un’azienda di Lariano attiva da decenni nel rifornimento alimentare di hotel, ristoranti e catering (il settore denominato Ho.Re.Ca.). Quando è arrivato il lockdown il titolare dell’Agriment srl, Fabrizio Ianni, si è visto praticamente azzerare il fatturato. Ha quindi pensato di riposizionare l’attività su un settore parallelo.

Fabrizio Ianni

“L’azienda è attiva dal 1982 ed ha sempre lavorato nell’Ho.Re.Ca. con clienti fidelizzati ma la chiusura imposta dal covid-19 ci ha fatto scendere il fatturato del 99% – ha raccontato Ianni – così ci siamo riconvertiti inventando l’ingrosso per le famiglie”. In sostanza l’azienda ha previsto la possibilità per le famiglie di acquistare “pacchi spesa” a prezzi vantaggiosi (dati dalla possibilità dell’azienda di trattare direttamente con i fornitori all’ingrosso), consegnando a domicilio il giorno dopo, con personale e mezzi propri, sulle provincie di Roma e Latina.

L’intento dichiarato da Ianni è triplice: mantenere livelli di redditività aziendale, ridurre le file davanti ai supermercati e contribuire a conservare il potere di acquisto delle famiglie di fronte agli aumenti dei prezzi. L’idea, accompagnata da una “campagna advertising”, fa pensare a un’ulteriore innovazione: la trasformazione in supermercato online con consegna a domicilio. La previsione è infatti che il mercato del turismo stenterà a tornare ai livelli pre-covid ancora per qualche mese e la propensione di famiglie e aziende a comprare online aumenterà ancora. Piuttosto che chiudere i battenti, Ianni ha individuato un bisogno dei consumatori da soddisfare ed è così partito alla scoperta di un nuovo settore di mercato.

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