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Domani il Consiglio è convocato su temi contabili. I Consiglieri di opposizione parlano di “fallimento gestionale di questa amministrazione”. Ecco cosa sta succedendo al bilancio del Comune di Valmontone
“Ora basta, andate a casa!” è la conclusione di un manifesto che i Consiglieri comunali di opposizione stanno facendo affiggere a Valmontone. Così i gruppi politici di opposizione “suonano la carica” in vista del Consiglio comunale di domani che dovrà pronunciarsi sul ripiano del “disavanzo di amministrazione derivante dal diverso metodo di calcolo del fondo crediti di dubbia esigibilità”. Ma cerchiamo di capire cosa sta succedendo.
Il manifesto dei Consiglieri di opposizione
“Dovevano “liberare” Valmontone, l’hanno solo distrutta e portata alla bancarotta” commentano nel manifesto i Consiglieri Angelucci, Attiani, Bellotti, Petrucci, Pizzuti (Caterina). Nello stesso manifesto i Consiglieri di opposizione riportano alcuni dati: “20,7 milioni di euro di perdita nel bilancio d’esercizio 2019 da ripianare in 15 anni; 9,5 milioni di euro di ulteriore indebitamento nel 2020 per un altro mutuo di liquidità da contrarre con la Cassa Depositi e Prestiti per far fronte a tutte le fatture dei fornitori non pagate negli ultimi due anni; 5,8 milioni di euro di scoperto sul c/c bancario per un anticipo di tesoreria causato dall’incapacità amministrativa di questa Giunta”.
Come interpretare i dati
Il manifesto, molto duro, si basa su alcuni dati che vanno interpretati. Di certo c’è che domani il Consiglio si riunirà per stabilire in quanti anni ripianare l’ulteriore disavanzo di Amministrazione registrato a fine 2019, pari a circa 13,2 milioni di euro, a cui si sommano altri 6,5 milioni di euro di disavanzo già in via di ripianamento in quote annuali.
Capiamoci: non è che il Comune nel 2019 ha speso più di quanto incassato, perché dal punto di vista economico gli incassi pareggiano con le spese. Anzi, addirittura il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2019, considerando crediti e debiti, è in attivo di 8 milioni di euro. Eppure ogni anno il Comune dovrà accantonare altri 880 mila euro oltre a quelli che già accantona, e che quindi non potrà spendere. Come mai?
Le ragioni di ciò si trovano nella legge che impone ai Comuni di “sanificare” i bilanci dai crediti che potrebbero non riscuotere. Spieghiamolo bene. In tanti anni i Comuni hanno accumulato molti crediti che non sono riusciti a incassare, ma con i quali giustificavano le spese: un sistema che funziona finché i soldi girano e si ha la liquidità necessaria per andare avanti. Poi però quando l’economia non va, le entrate si riducono, iniziano i problemi di liquidità e si rischia di non riuscire a onorare le scadenze. E infatti si accumulano le fatture da pagare.
Per rompere questa dinamica, la nuova legge sul “bilancio armonizzato” prevede che ogni anno gli Enti locali devono mettere in un fondo (accantonare) una percentuale del valore dei crediti che portano in bilancio. Di fatto significa che devono mettere da parte i soldi per far fronte all’eventuale impossibilità di incassare i crediti. Quanti soldi devono mettere da parte?
Lo dice la legge, che però da quest’anno ha fatto entrare in vigore un nuovo metodo di conteggio: si è passato dal metodo semplificato a quello ordinario e per questo è emerso un ulteriore disavanzo di 13,2 milioni di euro. Nel caso concreto questo significa che il Comune di Valmontone a partire dal 2021 e per i prossimi 15 anni deve mettere da parte 880 mila euro l’anno, più gli altri che già accantona. Su questo c’è poco da discutere: il Consiglio potrà solo decidere se ripianare in 15 anni o in meno tempo, accantonando una quota più alta.
Pregi e difetti del piano
Il piano di rientro ha inevitabilmente pregi e difetti. Il pregio è che si evita il crack dato dall’impossibilità di incassare i crediti per pagare i debiti. Se poi i crediti si incasseranno, tanto meglio: si avranno più risorse a disposizione. Il difetto è che il Comune dovrà stringere ulteriormente la cinghia e mettere mano alla riscossione, cioè: meno spese e più pressione sui cittadini per pagare il dovuto. Oppure dovrà inventarsi qualcosa per trovare altre fonti di entrata, altrimenti dovrà ridurre i servizi.
Le altre operazioni tra il mutuo “da contrarre” e l’anticipo di tesoreria
Agli 880 mila euro da accantonare si aggiungerà, secondo quanto riferito dalle opposizioni, la rata di un mutuo da 9,5 milioni di euro “da contrarre” (che cioè non è stato ancora contratto e ciò non è all’ordine del giorno del Consiglio di domani) per pagare “le fatture scadute negli ultimi due anni”. Questo significa che il Comune intenderebbe saldare subito 9,5 milioni di euro di fatture ai fornitori per poi pagare annualmente la rata di mutuo. Un’operazione che potrebbe anche avere i suoi vantaggi, soprattutto per chi deve essere pagato, ma che si sarebbe potuta evitare se il Comune avesse avuto una migliore performance nell’incassare i crediti.
In ultimo, le opposizioni battono sull’anticipazione di tesoreria. Perchè? Si tratta di un meccanismo, in uso a molti Comuni che hanno problemi ad incassare, che porta ogni anno l’Ente a farsi anticipare i soldi dal tesoriere (la banca) per avere liquidità. Un meccanismo legale e consolidato che però drena ulteriori risorse: nel 2019 è costato al Comune di Valmontone 171.865,66 euro di interessi passivi e altri 159.585,52 nel 2018 (dati Siope). Per dirla tutta, Valmontone è il Comune della zona che paga più interessi passivi per anticipazioni di tesoreria (dati Siope).
Le opposizioni: meno servizi in vista
Le soluzioni per evitare questo giro di vite sulla pesa? Incassare di più o spendere di meno. Vede nero il Consigliere di opposizione Piero Attiani: “Si tratta di una situazione pesante che porterà a una riduzione dei servizi, a meno che il Comune non riesca ad aumentare le entrate, aumentando le tasse o realizzando nuove iniziative che diano entrate alle casse comunali”. Massimiliano Bellotti da non è da meno: “Già da domani si vedranno i primi effetti del fallimento gestionale di questa amministrazione. Un altro pesante fardello che peserà sulle spalle dei valmontonesi in termini di maggiore pressione fiscale e di minori servizi!”. Dalla maggioranza non sono arrivati commenti. Si attenderanno domani in Consiglio comunale.
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