Processo Valle del Sacco, a Velletri una condanna e tre assoluzioni in primo grado

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Dopo anni il processo sulle cause dell’inquinamento della Valle del Sacco arriva alla sentenza di primo grado. Il Tribunale condanna l’ex dirigente dello stabilimento Caffaro di Colleferro a due anni di reclusione con pena sospesa. Provvisionale da 200 mila euro in favore dell’Italcementi. Altre somme disposte per i Comuni di Colleferro, Segni, Anagni, Gavignano e Ceccano

Il Tribunale di Velletri, in composizione monocratica, ha stamattina pronunciato la sentenza di primo grado del processo Valle del Sacco. Dopo dieci anni si arriva ad una condanna e tre assoluzioni. Carlo Gentile, ex direttore dello stabilimento industriale della Caffaro, è stato condannato alla pena di due anni di reclusione (con pena sospesa), oltre al pagamento delle spese processuali.

Lo stesso Gentile è stato interdetto dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese né potrà, durante l’interdizione, ricoprire il ruolo di amministratore, sindaco, direttore generale o liquidatore e qualunque altro ufficio con potere di rappresentanza della persona giuridica o dell’imprenditore.

La condanna a Gentile comporta anche il risarcimento dei danni alle parti civili che sono state ammesse nel processo e che dovranno essere definiti in un separato procedimento civile. Intanto Gentile dovrà pagare 200 mila euro all’Italcementi a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva. Il dispositivo ha previsto anche il pagamento di; 25 mila euro a Italcementi e Ministero dell’Ambiente a titolo di rifusione delle spese di costituzione e assistenza; 5 mila euro ognuno ai Comuni di Colleferro, Anagni, Gavignano, Segni e Ceccano. Infine altri 4 mila euro, oltre oneri accessori, a favore delle altre parti civili.

Sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto Giovanni Paravani e Renzo Crosariol, rigettando quindi le domande delle parti civili nei confronti di SCSPA già Consorzio Servizi Colleferro. Assolto perché il fatto non sussiste Giuseppe Zulli e conseguentemente rigettate le domande delle parti civili nei confronti della Centrale del Latte di Roma spa. Le motivazioni della sentenza si avranno tra 90 giorni. Le richieste della Procura erano state avanzate nel mese di ottobre 2019 dal Pm Luigi Paoletti. Parti civili e difese avevano concluso prima dell’emergenza covid-19.

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