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Dal marzo 2020 gli ospedali limitano o proibiscono la presenza fisica di visitatori ai pazienti ricoverati
Nella Asl Roma 6 c’è una “Procedura operativa aziendale per la gestione delle visite ai pazienti Covid e l’accompagnamento al fine vita”. In sostanza il medico che ha in cura il paziente morente potrà permettere una visita in presenza al familiare / caregiver / persona di fiducia per stare con lui. La procedura in questione è stata elaborata dalla Asl Roma 6 e l’attivazione è a discrezione del medico che ha in cura il paziente morente e che può meglio valutarne il beneficio.
“A causa della pandemia da Sars CoV2 e della relativa patologia COVID-19 – afferma il Direttore Generale Narciso Mostarda – gli ospedali si sono trovati, dal marzo 2020, a dover limitare o proibire la presenza fisica di visitatori ai pazienti ricoverati, impedendo di riservare ai nostri cari l’amore, la dedizione e la cura negli ultimi giorni della loro vita, negando quel saluto che seppur triste, concede serenità. La morte di una persona amata è considerato l’evento più stressante tra quelli che compongono l’esperienza umana normale sulla salute mentale e fisica”.
“In caso di decesso di un parente ricoverato, le conseguenze fisiche, mentali e sociali dell’isolamento legato al distanziamento fisico – aggiunge Mostarda – possono incrementare il rischio di un lutto complicato per i congiunti. D’altro canto, per i pazienti che si trovano in condizioni cliniche particolarmente complesse e cariche di ansia, la presenza di persone significative della loro vita può alleggerire il percorso di cura della patologia.”
“Il Comitato Nazionale di Bioetica – riferisce la Asl in una nota – ha riconosciuto l’alto valore delle cure durante il fine vita, che si manifesta non nella pretesa di poter strappare un paziente alla morte, ma nella ferma intenzione di non lasciarlo solo. L’attenzione non è più alla malattia, ma al centro c’è la persona sofferente, la sua famiglia e accanto ci sono gli operatori sanitari”.
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