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Prima la Giunta dà l’ok a un elenco di beni da alienare, in cui c’è l’ex Granaio Borghese, poi la maggioranza se la prende con l’opposizione e dice: “Questa amministrazione non ha alcuna intenzione di vendere il Granaio Borghese”. Carocci: “Per la seconda volta scaricano le colpe sui tecnici, come successe per il Biometano. Credono che la gente sia scema?”
Ancora un balletto di dichiarazioni anima la politica di Artena mentre il Comune attende le decisioni del Prefetto. La Giunta nei giorni scorsi ha approvato un piano di alienazioni per oltre un milione di euro. In quei beni, come abbiamo raccontato, ci sono fabbricati pubblici e terreni su cui sono state realizzate case private. Terreni e fabbricati sono un po’ ovunque. Ma ieri è saltato all’occhio che tra gli immobili inseriti nel piano di dismissione è inserito anche il Granaio Borghese, evidentemente per errore.
Si tratta cioè del palazzo storico in cui si trova il museo civico, la sala consiliare ed altro. Esso compare infatti, secondo il catasto geolocalizzato dell’Agenzia delle Entrate, al foglio 10, particella 177 del catasto comunale. Come è emersa la cosa, ne è nata una rivolta via social, con tanti commenti contrari alla vendita. Sono intervenuti anche i Consiglieri di opposizione, che hanno attaccato l’Amministrazione di voler svendere il più rilevante dei beni comunali. Il Granaio fu acquistato dalla Giunta Latini che ottenne diversi anche finanziamenti per la ristrutturazione, per un totale di 1,7 milioni di euro (420 mila euro della Regione, 180 mila euro del Comune, 602 mila euro del CIPE e 518 mila euro della Provincia). Infine i lavori furono appaltati dalla Giunta Pecorari.
Dopo che la cosa è scoppiata in mano all’Amministrazione, ora arriva la precisazione. La maggioranza, in una nota affidata a romaedintorninotizie.it (clicca per leggere tutto), tra le altre cose afferma infatti di “non aver alcuna intenzione di vendere il Granaio Borghese”. E in questa precisazione le colpe vengono addossate ai tecnici, attaccando poi le opposizioni che “generano odio sociale”. Dice infatti la maggioranza: «Noi intendiamo vendere i beni ricadenti nel catasto come beni immobili ascritti nelle categorie A e C (magazzini ecc. terreni agricoli), ossia immobili che oggi non danno alcun reddito alla nostra Città, secondo lo studio che i tecnici ed esterni al Comune hanno inserito in un complesso piano di alienazione perché non danno utili. Questo programma ha solo la finalità di creare nuove opportunità di lavoro a giovani che vogliono intraprendere attività imprese agricole o agro alimentari oltre che sanare tante situazioni urbanistiche».
Una toppa, quella della maggioranza sul Granaio, che forse è anche peggio della buca. Ciò perché dà l’idea di non aver coscienza degli atti che fa e approva. E infatti l’opposizione è tornata all’attacco con Silvia Carocci. «Le dichiarazioni della maggioranza sulla vendita del Granaio Borghese lasciano basiti. Il vicesindaco – dice la consigliera – insieme agli assessori Scaccia, Caschera e Palone hanno approvato con Delibera il piano per la vendita del patrimonio tra cui rientra il Granaio Borghese e oggi, dicono che non era loro intenzione. Ma cosa credono che la gente sia scema? Per la seconda volta scaricano le colpe sui tecnici, come successe per il Biometano».
La capogruppo di “Artena Cambia” ha aggiunto: «Questo giochetto dello scaricabarile però non regge più perché ormai è chiaro a tutti che stanno vendendo il patrimonio per coprire i buchi di bilancio che non sono stati in grado di gestire. La Città di Artena dovrà pagare per la loro incapacità e questa è una ingiustizia. Anche perché l’unica cosa veramente certa è che tutte queste operazioni di vendita serviranno a mettere una pezza al bilancio solo per quest’anno. L’anno prossimo staremo ridotti ancora peggio e non ci sarà più niente da vendere. Nei prossimi giorni incontreremo il Commissario nominato per fare il Bilancio e metteremo in campo ogni azione per impedire questa ulteriore follia».
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