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Dopo essere passati all’attacco di Lazio Ambiente e della Regione, i lavoratori della società a totale capitale pubblico propongono un “progetto integrato sul territorio”. Il tentativo dei lavoratori è di integrare il ciclo dei rifiuti e la tutela della salute, mettendo insieme lo sviluppo, l’occupazione, il ruolo pubblico e la legalità.
L’incontro fissato per il prossimo 1 marzo a Colleferro è convocato dalla Cgil Funzione Pubblica di Latina e Frosinone, insieme ai livelli sottoposti dello stesso sindacato, che hanno invitato a partecipare anche il presidente Zingaretti, il presidente della Provincia di Frosinone, il Sindaco Metropolitano Raggi e i Sindaci della zona.
Ecco l’invito per i Sindaci:
Egregio Sindaco,
abbiamo voluto convocare un’Assemblea Pubblica per il prossimo 1 marzo 2017, alle ore 16.00, presso la Sala Convert (BIC Lazio), in via degli Esplosivi a Colleferro, allo scopo di aprire una discussione sul futuro del sistema dei rifiuti e sul futuro dei lavoratori di Lazio Ambiente e più in generale del settore dell’igiene ambientale. Non ci sfugge peraltro la delicatezza del tema anche in ragione delle implicazioni ambientali e sanitarie che la pesante eredità industriale ha lasciato al territorio e che rischia di arricchirsi con il fallimento dell’esperienza della Lazio Ambiente S.p.A. La invitiamo a partecipare allo scopo di conoscere il Vostro pensiero in merito alla proposta, raccogliere eventuali condivisioni e arricchimenti, anche per evitare che il silenzio faciliti la dispersione delle risorse umane e tecnologiche, magari a favore di interessi non sempre limpidi. L’incertezza per il futuro dei lavoratori di questa Azienda, la cui storia è ormai famosa, ci consegna la responsabilità di raccogliere le energie migliori del territorio per salvarlo dall’abbandono cui la scelta di dismissione, conseguente alla gestione fallimentare della Regione, potrebbe consegnare il territorio. La fatica per evitare che la Regione potesse sottrarsi al suo ruolo non può comunque consegnare la questione alla pura protesta e per questo Le scriviamo per promuovere un tavolo con Sindaci del territorio, a partire da quelli che hanno dato luogo alla gestione in house del servizio, con le aziende a capitale pubblico del territorio, con le Organizzazioni Sindacali per costruire garanzie occupazionali, un progetto industriale e di sviluppo dell’area della Valle del Sacco e, più in generale dei Castelli Romani, un percorso di riqualificazione del territorio a partire dal superamento della dipendenza da imprese i cui lasciti ambientali sono un’ipoteca sulla salute dei cittadini. Riteniamo che sia ormai anche indifferibile una riflessione concreta sul ruolo del presidio sanitario di Colleferro, del rapporto fra questo e i problemi del territorio e sul come ripensarlo in grado di dare risposte complessivamente all’altezza di tali bisogni. Crediamo che il dibattito debba svilupparsi in quattro direzioni fondamentali e vorremmo con la nostra iniziativa aprire una discussione dando un contributo in termini di analisi.
1) Valorizzare i frutti di una battaglia sul ciclo dei rifiuti, riconosciuta come utile e sana dal MISE che ci collocava nel decreto di dichiarazione di crisi territoriale complessa e assegnava al territorio stesso risorse per chiudere il ciclo dei rifiuti.
2) Tutela del territorio ricostruendo un ruolo pubblico nel tema aprendo ampi spazi per il coordinamento dei soggetti pubblici già operanti del territorio anche con politiche premiali, che puntino a salvaguardare l’occupazione.
3) Salvaguardia del territorio, cui verranno lasciate in eredità una discarica e due termovalorizzatori, questi ultimi, in particolare, oggetto di annose polemiche riguardo all’impatto ambientale generato e al livello di efficienza dal punto di vista industriale, con un piano di salvaguardia della salute pubblica, con la definizione di una mission al riguardo per l’ospedale della città, sottraendolo alle polemiche sulla sua permanenza o dismissione e assegnandogli un ruolo di monitoraggio, prevenzione e diagnosi precoce per le patologie generale da uno sviluppo incontrollato.
4) Infine definire un modello di gestione delle risorse che impedisca di consegnare l’igiene urbana alla tentazione dei comuni di fare facile cassa, generando un ulteriore fallimento magari mutuando il modello di corresponsabiltà del sistema ATO.
Dopo ormai oltre cinque mesi dall’aver assunto la scelta di non guardare supinamente alle faccende sindacali senza alzare lo sguardo al quadro complessivo, abbiamo rivendicato, a partire dallo scorso settembre sui tavoli della Regione, un progetto che, superando una concezione vecchia della gestione, utilizzi le risorse disponibili per un ciclo dei rifiuti chiuso, l’unico che possa superare definitivamente il ricorso alla termodistruzione, oltre a generare risposte occupazionali, utilizzando gli strumenti disponibili, anche solo ordinari, ben al di là del numero dei lavoratori ad oggi presenti nell’Azienda. La lettera che le scriviamo per invitarLa abbiamo voluto che contenesse tutti gli elementi per la riflessione e la attendiamo certi che vorrà garantire la Sua presenza e il Suo contributo.