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Il caso è stato confermato dall’Istituto Zooprofilattico: si attendono le disposizioni della Regione Lazio. La PSA non è contagiosa per le persone
La peste suina africana è arrivata anche nel Lazio. A rilevarla, su un cinghiale del parco dell’Insugherata a Roma, è stato l’Istituto Zooprofilattico. La PSA, secondo quanto spiega il Ministero della Salute, è una malattia virale che colpisce i suini, sia maiali che cinghiali. Non si trasmette all’uomo. Dalla Regione Lazio si attendono provvedimenti anche a tutela degli allevamenti.
La peste suina africana da mesi è presente in Italia. I casi sono stati rilevati in primo luogo in Piemonte. Spetta alle autorità pubbliche predisporre un piano di eradicazione delle bestie infette, circoscrivendo così l’epidemia. Non è impossibile che l’epidemia dei suini si allarghi anche alle nostre zone.
La popolazione dei cinghiali è infatti cresciuta molto nel tempo, anche a Velletri, nei Castelli Romani, sui Monti Lepini e nelle campagne di Valmontone. Sindaci e associazioni agricole spesso hanno chiesto alla Regione, senza risultati soddisfacenti, la riduzione della popolazione dei cinghiali.
La Coldiretti: “Serve intervento immediato”
La Coldiretti ha chiesto interventi immediati con il presidente Ettore Prandini. “Serve responsabilità delle Istituzioni – ha detto – per un intervento immediato al contenimento della popolazione dei cinghiali che hanno invaso campagne e città fino alla Capitale con danni economici per gli allevatori e rischi per la sicurezza dei cittadini”.
“Abbiamo più volte evidenziato – afferma Prandini – il rischio della diffusione della Peste Suina Africana attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.
“Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché – precisa Prandini – è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla presenza in Italia di più di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale”.
La CIA: “Era un’emergenza preannunciata”
“Questa emergenza era già stata preannunciata per il proliferare indisturbato dei cinghiali in tutta Italia e per l’assenza di una legge adeguata di gestione della fauna selvatica”, commenta il presidente nazionale della CIA, Dino Scanavino. “Una notizia, quella di oggi, che – prosegue – ci dice che occorre superare le misure blande per interventi di controllo e contenimento del fenomeno reale e a tappeto”.
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