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Il sindaco di Colleferro nella lettera al Governo: “Da Palazzo Chigi dovranno intervenire misure economiche a favore del settore del commercio”. Domani la manifestazione dei commercianti
“Preoccupazione per il costo delle bollette energetiche”. “Misure economiche a favore del commercio” per “mitigare le bollette”. “Misure concrete di aiuto”. Sono le richieste che il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna invia all’ANCI e al Governo in una e-mail di ieri alle 17, una copia della quale è stata inviata ieri ai mezzi di informazione.
“Prima che la situazioni diventi insostenibile – si legge nella lettera -, da Palazzo Chigi dovranno intervenire misure economiche a favore del settore del commercio, anche in questo caso mitigando il costo delle bollette”.
L’email di Pierluigi Sanna
Con la presente intendo con forza rappresentare il disagio e la profonda preoccupazione per il rincaro dei costi delle bollette energetiche. E’ ormai davanti ai nostri occhi lo scenario di forti difficoltà economiche che, inevitabilmente, gli incrementi esponenziali dei costi dell’energia elettrica, del gas e delle materie prime comporterà per le famiglie e le imprese.
Tutto ciò andrà a impattare pesantemente, oserei dire, drammaticamente sui bilanci degli Enti Locali, che, come dovuto, saranno le prime istituzioni a cui si rivolgeranno i cittadini. Parlo di tutti i cittadini e non solo, delle fragilità che ogni giorno i Comuni cercano in ogni modo di sostenere: ad andare in sofferenza, stavolta, saranno tante famiglie che dovranno pagare importi raddoppiati, se non triplicati. E saranno anche le piccole imprese e le attività commerciali, i cui bilanci sono stati appesantiti dai costi di elettricità e gas.
Per questo, con il dovere morale datomi dalla responsabilità di rappresentare la comunità di Colleferro, oltre che dalla preoccupazione del padre di famiglia, chiedo che nella Legge di Bilancio il Governo preveda provvedimenti di stanziamento di risorse a sostegno dei redditi delle famiglie. Ma non solo.
Prima che la situazioni diventi insostenibile, da Palazzo Chigi dovranno intervenire misure economiche a favore del settore del commercio, anche in questo caso mitigando il costo delle bollette. Tutti dovremo fare la nostra parte, da qui non si scappa: a partire dalle società fornitrici di energia, cui le istituzioni con forza dovranno richiedere di redistribuire parte dei grandi o grandissimi profitti derivati questo aumento del prezzo del gas, magari da reinvestire, al pari dell’IVA percepita dallo Stato, in misure concrete di aiuto.
Noi Sindaci, come sempre è avvenuto, ci saremo, senza arretrare di un passo in questa ennesima sfida. Ma tutte le istituzioni dovranno fare la propria parte, a partire dall’ANCI, che da sempre rappresenta e sostiene i Comuni. Occorre la sua autorevolezza, occorre il suo megafono alle nostri voci. A nome della Città di Colleferro, resto fiducioso in attesa di misure concrete.
Verso una giornata paradossale
L’intervento del Primo cittadino di Colleferro arriva cronologicamente il giorno prima della manifestazione organizzata in piazza Italia dall’Associazione Commercianti del posto. Da tempo l’organizzazione di categoria denuncia pubblicamente la situazione delle attività commerciali e artigianali, che si trovano a dover combattere con l’aumento dei costi energetici. Dopo mesi di comunicati a mezzo social, domani i commercianti scenderanno in piazza come annunciato.
Alle 18 si troverà dunque davanti a una situazione paradossale, in cui tutti potranno addossare le responsabilità ad altri. La manifestazione davanti al Comune (non davanti a palazzo Chigi) presumibilmente chiederà interventi sulle bollette e aiuti in favore delle imprese. Dal Comune già si fa lo stesso.
Chi è appena arrivato al Governo potrà dire di essersi appena insediato e che i precedenti inquilini non hanno fatto molto. Chi da qualche giorno è all’opposizione potrà dire che spetta al nuovo Governo muovere le leve del comando, e che se i costi caleranno è grazie a quanto si è fatto fino a ieri. A questo punto tutti avranno da recriminare verso un convitato di pietra. Al limite si potrà dare la colpa alla guerra in Ucraina. O agli effetti della pandemia sul mercato delle materie prime, d’altra parte i primi aumenti che abbiamo raccontato, con annesso timore di rincari energetici, risalgono all’ottobre 2021 (un anno fa) e sono precedenti alla guerra.
Su questo giornale non arriviamo per ultimi a raccontare l’emergenza data anche dalle bollette energetiche (qui, qui, qui, qui e qui) e i disagi emergenti. Abbiamo avanzato la proposta di investire decisamente sulle comunità energetiche, con un ruolo di traino da parte dei comuni. Prima che la guerra finisca e che le bollette tornino sotto i livelli di guardia per effetto degli accordi europei, tutti sperano di veder qualcosa muoversi.
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