Il Cep in Parlamento: lavoratori non pagati e ipotesi di concordato

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La situazione del Cep arriva alla Camera: Andrea Volpi chiede lumi sugli stipendi dei lavoratori e su una proposta di concordato preventivo

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La situazione del Cep sembra sempre più ingarbugliata. La società pubblica che gestisce anche la riscossione delle tasse del comune di Artena, pare stia andando verso un concordato preventivo. A riferirlo, chiedendo spiegazioni al Governo, è un’interrogazione dell’on. Andrea Volpi, depositata alla Camera dei Deputati.

Il Deputato chiede se è vero che da cinque mesi 14 lavoratori del Cep non ricevono lo stipendio, pur lavorando. Aggiunge inoltre l’onorevole: “In data 30 gennaio 2023 la Cep spa avrebbe inviato ai sindaci dei comuni di Artena, Colonna, Labico, Percile, Poli, Rocca di Cave, Roiate e Zagarolo, una comunicazione dalla quale si evince il deposito presso il Tribunale di Tivoli di un ricorso per un concordato preventivo”.

L’interrogazione a risposta scritta è stata presentata all’inizio di questo mese. Si attende la risposta del Governo circa la tutela dei lavoratori. La situazione del Cep sembra così su uno scivoloso crinale, che non fa dormire sonni tranquilli agli amministratori dei comuni che ne fanno parte. Da tempo si parla infatti di liquidazione, con la conseguenza che i comuni potrebbero non incassare alcune somme, oppure rimettercene delle altre.

“Alla grave situazione finanziaria che interessa il consorzio, che non eroga gli stipendi ai propri dipendenti da settembre scorso – dicono da Colonna i consiglieri comunali Alessandro Gelpi, Cristian Romagnoli e Fabio Pochesci -, si aggiunge la preoccupazione dei comuni soci ai quali non sono stati riversati i tributi riscossi dal Cep spa, situazione questa che mette a rischio i bilanci dei comuni stessi”.

“Questi sono i motivi – hanno concluso i consiglieri di opposizione a Colonna – che hanno portato l’On. Volpi ad interrogare il Ministro dell’Interno ed il Ministro del Lavoro per chiedere di intraprendere iniziative volte a tutelare sia i lavoratori sia i comuni che rischiano di pagare un prezzo troppo alto per la gestione fallimentare del Consorzio”.

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