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Dopo due cause al Tar e l’intervento di un verificato dell’Agenzia delle Entrate, demolito un cancello: ad Artena anche i privati ci mettono del loro
Ci sono voluti due anni per togliere un cancello da una strada vicinale di Artena. Anni “conditi” da due cause davanti al Tar del Lazio, con l’intervento di un verificatore dell’Agenzia delle Entrate. Facciamo la sintesi? Poco importa il luogo esatto: interessa il fenomeno. Un giorno un’area di diverse proprietà viene chiusa da un cancello. Secondo alcuni di lì passava una strada vicinale, secondo chi ha messo il cancello invece no. Oltre il cancello la strada non si vede, perché il terreno è stato lavorato.
Il comune di Artena interviene con un’ordinanza nel 2020 e impone di demolire il cancello. Il privato fa ricorso e lo vince. A firmare l’ordinanza non doveva essere il responsabile dell’ufficio, ma il sindaco, in forza di una legge del 1865. Sconfitto, il comune torna ad imporre l’apertura, stavolta con un’ordinanza sindacale.
La nuova causa e l’esito
Il privato fa di nuovo ricorso al Tar. Davanti ai magistrati sostiene che “il cancello sarebbe stato edificato dal ricorrente su fondo di sua proprietà, al fine di delimitarlo, senza contemporaneamente impedire alcun transito pubblico, posto che la strada in oggetto finirebbe il proprio percorso in coincidenza con la proprietà del ricorrente stesso”.
La magistratura amministrativa allora nomina un verificatore per andare a vedere cosa dicono gli atti comunali e quelli del catasto. Il funzionario dell’Agenzia delle Entrate fa un sopralluogo e in una perizia mette nero su bianco che il cancello in questione “impedisce il passaggio sull’unica via pubblica da cui si può raggiungere la località”. Ciò in quanto nel 1983 il Consiglio comunale di Artena dichiarò la strada “vicinale”.
A settembre del 2022 il comune vince e il privato viene chiamato a pagare duemila euro oltre accessori di legge. Bisogna arrivare alle scorse settimane per veder eseguita l’ordinanza e riaprire il passaggio sulla strada vicinale. Insomma, per aprire una strada pubblica ci sono voluti più di due anni. Stavolta il comune è riuscito a imporsi a difesa della proprietà pubblica. Ma quanto tempo e quante risorse potevano essere impiegate meglio se fosse prevalsa la ragionevolezza? Ad Artena il comune non funziona, ma pure alcuni privati ci mettono del loro.
E in quanti altri casi terreni pubblici o privati sono occupati senza titolo, magari con il “concorso esterno” di qualche parte politica? È il continuum contemporaneo dell’occupazione dei terreni del Secondo Dopoguerra in funzione anti-feudale? Parafrasando Ed Hutcheson, interpretato da Humphrey Bogart, si potrebbe dire: “È Artena, bellezza!”.
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