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Contro il presidente del Valmontone Hospital, Luciano Gentili, l’ultima battaglia da sindaco di Alberto Latini, candidato con Bernabei
“Luciano Gentili deve dimettersi”. A tuonare contro il presidente del Valmontone Hospital è Alberto Latini. Il sindaco uscente, ricandidato con Veronica Bernabei, ha ingaggiato l’ultima battaglia da capo dell’Amministrazione contro il padre del candidato sindaco Marco Gentili.
Luciano Gentili a Valmontone è ritenuto uno degli artefici del successo elettorale che ha inaugurato la stagione di Alberto Latini sindaco. Per questo Alberto Latini l’ha tenuto per anni alla presidenza del Valmontone Hospital, in rappresentanza del Comune. Ma l’avventura di “Libera Valmontone” si è conclusa da tempo. E Marco Gentili, figlio di Luciano, è uscito dalla maggioranza di Latini per candidarsi a sindaco.
Proprio Marco nei giorni scorsi aveva attaccato Latini, affermando che il sindaco stava cercando di “mettere le mani sul Valmontone Hospital”. Gentili aveva aggiunto che Latini non stava rispettando il futuro sindaco di Valmontone perché aveva deciso di avviare i concorsi per il nuovo comandante dei vigili, per il dirigente dell’ufficio tecnico e aveva nominato Mauro Calvano presidente dell’Azienda speciale comunale.
Nelle scorse ore Alberto Latini è intervenuto con un lungo post di risposta a Gentili (clicca qui per leggero integralmente), nel quale ha affermato che Luciano Gentili deve dimettersi. In particolare Latini ha ricordato che “il presidente del Valmontone Hospital (…) da mesi sta usando il proprio ruolo contro l’Amministrazione comunale che dovrebbe invece rappresentare. Basti pensare che nell’assemblea di settembre 2022 si è posto in disaccordo con il Sindaco”.
“Con Luciano Gentili ho parlato da tempo – ha proseguito Latini – e mi aveva garantito, anche per iscritto, che si sarebbe dimesso visto che non rappresenta più l’Amministrazione comunale. Invece sta ancora là, in una posizione che occupa da nove anni con uno stipendio di 35 mila euro l’anno. La sua posizione, da quando il figlio ha deciso di abbandonare la maggioranza, è totalmente incompatibile e del tutto contraria all’Amministrazione che dovrebbe, invece, rappresentare”.
Latini ha poi aggiunto di ritenere“assolutamente ovvio che il prossimo presidente dovrà nominarlo il Sindaco che verrà eletto ma le dimissioni deve assolutamente darle”. Quanto invece agli altri incarichi, Alberto Latini ha glissato sulla nomina di Calvano e ha affermato che i concorsi per l’assunzione dei due tecnici “rientrano nella programmazione 2021/2022 e si sono conclusi con l’assunzione del 1° marzo scorso”.
“Si tratta di un iter prettamente amministrativo – ha scritto Latini -, con una commissione esterna tecnica che individua i vincitori. La legge non consente alla politica di interferire con questi concorsi e, per questo, non capisco quale sia la sua idea di gestione della cosa pubblica”.
Dichiarazioni a parte, la polemica è chiara a chi sa leggere tra le righe. A parte la nomina politica di Calvano, il futuro sindaco avrebbe potuto procedere all’individuazione del Comandante e del capo dell’ufficio tecnico con incarichi esterni o con convenzioni. Inoltre per capire lo scontro basta ricordare una polemica pregressa sul concorso per Comandante della Polizia Locale. Quella sulla fissazione dei requisiti di chi avrebbe potuto ricoprire l’incarico.
La Giunta su impulso di Latini, con una decisione tutta politica, aveva infatti fissato il limite d’età dei possibili partecipanti al concorso a 50 anni. E così aveva escluso chi, dipendente del Comune, ha le qualifiche per fare il comandante ma ha più di 50 anni. Una vicenda che aveva provocato una levata di scudi della Uil e una contestazione in Consiglio comunale.
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