La sanità del Lazio sommersa dai debiti: ci risiamo

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Al 31 dicembre 2022 i debiti erano pari a 22,3 miliardi di euro. L’ex assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato chiede spiegazioni

Il commissariamento della Sanità del Lazio è un “rischio reale”. A dirlo Alessio D’Amato, che dal 2018 al febbraio scorso è stato assessore alla Sanità del Lazio. In una dichiarazione di ieri D’Amato ha affermato di aver presentato un’interrogazione a risposta scritta in Consiglio regionale.

Tale dichiarazione ha l’obiettivo di “chiedere chiarimenti al Presidente Francesco Rocca su quali misure si stanno adottando per contenere il disavanzo sanitario 2023”. “La situazione – ha proseguito D’Amato – è molto preoccupante, infatti, per la prima volta dopo 10 anni c’è il rischio concreto di avere un disavanzo superiore alla soglia di allerta del 5 per cento del Fondo Sanitario, ovvero oltre i 700 milioni di euro, come dichiarato in più occasioni dallo stesso Rocca, e questo inevitabilmente comporterà il ritorno al regime di commissariamento”.

“Le chiacchiere stanno a zero e purtroppo a oggi non solo non vedo misure per contenere il disavanzo 2023, ma al contrario vedo aumentare la spesa verso la sanità privata” ha dichiarato Alessio D’Amato, che è anche stato è stato Direttore della cabina di regia del Servizio sanitario regionale del Lazio e coordinatore dell’Ufficio del Commissario ad Acta per la realizzazione degli obiettivi previsti nel Piano di rientro dai disavanzi regionali dal 2013 al 2018.

Rocca: “Il debito della sanità è enorme”

Il mese scorso, a cento giorni dall’insediamento come Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca aveva affermato di aver preso “preso 800 milioni di euro di impegni con la nostra comunità regionale, esclusi i 218 milioni di euro di disavanzo sanitario nel 2022, i 27,5 milioni dei debiti fuori bilancio e i 510 milioni per ripianare i debiti 2021 di 7 aziende ospedaliere”.

“Serve un cambio di passo importante” aveva proseguito, aggiungendo: “Oggi il debito della sanità ha raggiunto 22,3 miliardi, è enorme e grava sulle spalle non di questa Giunta, ma di tutti i cittadini del Lazio. Ma avere debiti non significa necessariamente tagliare. Significa anzi tutto usare meglio le risorse”.

La certificazione dei dati al 31 dicembre 2022

Qualche mese dopo l’assessore regionale al Bilancio Giancarlo Righini aveva precisato, in sede di approvazione del Rendiconto regionale, che al 31 dicembre 2022 vi era un “ammontare eccessivo del debito. Tale debito, a quella data aveva appunto raggiunto i 22,3 miliardi di euro”. “A questi – aveva proseguito Righini – vanno aggiunti i 218 milioni di disavanzo sanitario, che abbiamo coperto con la legge di stabilità regionale 2023”.

Nel luglio 2020 un comunicato stampa della Regione Lazio, con le dichiarazioni di D’Amato, aveva reso noto che dopo “dopo 12 anni” si era chiusa “la fase di commissariamento per la sanità del Lazio”. E si affermava che l’occasione era utile per “avviare una nuova stagione di grandi investimenti per far nascere la nuova sanità e migliorare ulteriormente”.

 

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