Artena: Fassa, il Tar annulla l’autorizzazione: era mal motivata

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Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del Comune di Cori contro il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale sull’ampliamento della Fassa ad Artena

Il Tar del Lazio ha annullato l’autorizzazione dell’ampliamento dello stabilimento Fassa Bortolo di Artena. Il tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso del comune di Cori, stabilendo che l’autorizzazione è da rifare.

Il motivo? Il provvedimento regionale non era adeguatamente motivato. Infatti nell’ambito del procedimento era previsto un parere obbligatorio dell’Arpa Lazio su un particolare studio. L’Arpa aveva detto che lo studio presentato dalla Fassa doveva essere modificato, rinviando tale parere a un momento succesivo.

La Fassa, da parte sua, ha presentato un’integrazione allo studio e la Regione, prima del parere dell’Arpa, ha rilasciato l’autorizzazione. Siccome il parere Arpa era obbligatorio, la Regione avrebbe dovuto adeguatamente motivare la decisione di rilasciare l’autorizzazione senza attendere la pronuncia dell’Arpa. Ma non l’ha fatto e per questo il Tar ha annullato l’ok regionale.

A questo punto la palla torna alla Regione, che potrà attendere il parere dell’Arpa oppure rilasciare una nuova autorizzazione, motivando adeguatamente tale scelta. Intanto i comitati che si sono costituiti nel processo a sostegno del comune di Cori, gioiscono. Così come l’Amministrazione corese. “Piange”, invece, il comune di Artena, che si era costituito in favore della Fassa Bortolo. A questi due enti rimane aperta la strada del ricorso al Consiglio di Stato.

I legali del comune di Cori: “Il Tar fa giustizia”

Soddisfazione è stata espressa dai legali del comune di Cori, Francesco Salvi e Maria Antonietta Di Noia dello Studio esperto in diritto ambientale B-HSE: “Il Tar fa giustizia di un procedimento decisamente sui generis, che ignorava le osservazioni e le prescrizioni dell’Arpa e legittimava una serie di ulteriori inaccettabili criticità”.

“Abbiamo assistito – hanno proseguito – a un iter innaturalmente velocizzato e senza le dovute attenzioni ambientali e sanitarie, che non ha tenuto in debito conto i pareri tecnici e le considerazioni espresse, non tutte necessariamente ostili all’attività industriale ma comunque tali da richiedere una maggiore ponderazione e non, certamente, forzature sconsiderevoli per portare avanti un progetto allo stato incompatibile con il territorio”.

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