Olio: Artena, Montelanico, Velletri e Olevano Romano in vetta al concorso “Oro verde”

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Di Montelanico, Velletri, Artena, Olevano Romano e Subiaco i produttori di olio extra vergine d’oliva di qualità premiati a Colleferro nell’ambito del 5° Concorso “Oro Verde” della provincia di Roma e dell’Alta Valle del Sacco

Due aziende e tante donne tra i produttori di olio extra vergine d’oliva di qualità premiati nell’ambito del 5° Concorso oleario “Oro Verde” della provincia di Roma e dell’Alta Valle del Sacco. I primi cinque premiati sono di Montelanico (1° classificato: Azienda Agricola Belvedere), Velletri (2° classificato e vincitore del Premio del Consumatore: Azienda Agricola Enza Pennacchi), Artena (3° classificato: Luciano Carocci; 4° classificato: Luca Mele) e Olevano Romano (5° classificato: Maria Cristina Lanciotti).

Altri premi sono stati assegnati a olivicoltori di Artena. In particolare: a Monia Di Cori è andata la menzione per il miglior olio dei Monti Lepini, assegnata tra i non classificati tra i primi cinque. A Maria Pia Fabrizi, la menzione per il territorio di Artena. Per i Monti Prenestini è stata premiata Rosaria Orlandi e per l’Area Veliterna la produzione della Casa Circondariale di Velletri.

L’iniziativa si è tenuta domenica nella sala “Ripari” del Comune di Colleferro. È stata organizzata dall’Associazione Ferao, con la collaborazione del Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole di Latina (Capol) e con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Roma e del Comune di Colleferro. Inoltre, il premio quest’anno ha ricevuto il patrocinio del comune di Colleferro e del comune di Artena.

L’appuntamento ha costituito l’occasione per fare il punto sull’annata olearia nella provincia di Roma e nell’Alta Valle del Sacco. “Quest’anno la produzione di olio extra vergine d’oliva ha dovuto fare i conti con le difficili condizioni meteorologiche che hanno messo in forte difficoltà gli olivicoltori e hanno abbattuto la produzione rispetto agli anni trascorsi, generando un diffuso aumento dei prezzi” ha spiegato Luigi Biagi, presidente dell’Associazione Ferao.

“Va comunque fatto un plauso ai tanti olivicoltori che in condizioni così difficili – ha aggiunto il presidente del Capol, Luigi Centauri – sono riusciti a produrre olio extra vergine di qualità. I livelli qualitativi riscontrati negli ultimi cinque anni grazie al concorso – ha aggiunto Centauri – sono in continua crescita e ciò sembra testimoniare che il premio sta contribuendo alla diffusione delle buone pratiche tra i produttori dell’area”.

Nell’occasione, il presidente del comitato locale di Colleferro, Segni, Artena e Cori della BCC di Roma, Giuseppe Raviglia, ha sottolineato l’importanza del premio “Oro Verde”, elogiando i produttori di olio extra vergine d’oliva per l’attività meritoria ed evidenziando l’attenzione dell’istituto di credito verso il territorio.

Inoltre, il presidente della Federpensionati della Coldiretti della provincia di Roma, Carlo Paniccia, ha messo in luce come il lavoro degli olivicoltori sia fondamentale per tutelare il paesaggio, mantenendolo al riparo da rischi di incendi e frane. Infine, il vice sindaco di Colleferro, Giulio Calamita, ha sottolineato l’importanza, anche culturale, delle attività olivicole, confermando la disponibilità dell’Amministrazione a promuovere iniziative che valorizzino l’area.

Durante il convegno gli organizzatori hanno ricordato l’importanza di applicare corrette pratiche di conservazione dell’olio extra vergine d’oliva con l’obiettivo di mantenerne le caratteristiche positive il più a lungo possibile. L’olio va tenuto in recipienti privi di aria e di sostanze che possano comprometterlo, come residui di olio di annate precedenti. Inoltre, l’olio nuovo va tenuto al riparo da fonti di calore e dalla luce, a una temperatura non inferiore ai 16°C e non superiore ai 20.

Infine, gli organizzatori hanno sottolineato la necessità di iniziative pubbliche a tutela degli oliveti situati in zone montane. Questi ultimi risultano sempre più spesso abbandonati a causa della difficoltà di lavorali, accrescendo i rischi idrogeologici e di sicurezza delle aree montane, sempre più soggette a spopolamento.

“Ci sono olivicoltori e aziende – ha affermato Biagi – che sarebbero disposti a prendere in gestione ulteriori oliveti, alcuni dei quali rischiano di trasformarsi in aree boscate. Tuttavia la buona volontà di di costoro è sempre più spesso frustrata. A loro sostegno servirebbero iniziative pubbliche finalizzate a promuovere il razionale sfruttamento del suolo e a combattere l’abbandono dei terreni agricoli, come ad esempio quelle previste dalla legge 440 del 1978”.

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