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Solo qualche settimana fa scrivevo della necessità di potersi fidare incondizionatamente delle strutture sanitarie pubbliche. Oggi allargo il campo: è necessario potersi fidare incondizionatamente anche dei ponti su (o sotto) cui si passa. Non è la prima volta che si verifica un crollo di un’infrastruttura: a Genova è stato l’ultimo ma prima ce ne sono stati altri tre, che non erano sotto la responsabilità di Autostrade per l’Italia.
Per chi non se lo ricorda, nel marzo 2017 si è verificato il crollo di un cavalcavia sull’autostrada Adriatica, nel territorio del Comune di Osimo (tra Ancona sud e Loreto). Morirono due persone e per quella vicenda si cercano ancora i responsabili tra gli enti pubblici che erano titolari della manutenzione della struttura. Nell’aprile 2017 nella provincia di Cuneo (a Fossano) crolla il ponte della tangenziale gestito dall’Anas: miracolosamente non ci sono stati morti né feriti. Prima ancora, nell’ottobre 2016, un cavalcavia lungo la statale 36 Milano-Lecco crolla durante il passaggio di un tir: in quel caso ci fu un morto.
Che sia la sanità, la viabilità o altro, il punto è che di incidente in incidente, di scandalo in scandalo, ciò che viene minata è la fiducia di noi tutti nelle nostre autorità di controllo. Sono esse infatti le prime ad essere sotto accusa per non aver controllato adeguatamente concessionari, controllati o terzi. Autorità che sono fatte di persone che, come a volte è emerso in passato, sono legate proprio a coloro che dovrebbero controllare.
Capita infatti di vedere come i controllori passino a libro paga dei controllati, ad esempio nel caso del fallimento della Popolare di Vicenza. Oppure come chi dovrebbe controllare si metta nelle condizioni, per trovare lavoro a qualche parente, di dipendere dal controllato, incrinando in modo irrimediabile il proprio ruolo di garanzia e il rapporto di fiducia con la popolazione. Un fenomeno, anche questo, emerso nello stesso caso della Popolare di Vincenza ma che potrebbe essere osservato in molti altri livelli e situazioni (anche non scandalose o di evidenza pubblica).
Eppure abbiamo sempre più bisogno di ricostruire un sano rapporto di fiducia con gli uomini delle istituzioni. E’ per questo che ci vorrebbe un nuovo patto tra cittadini e Istituzioni, che faccia nascere una nuova etica pubblica in grado di nobilitare i nostri funzionari pubblici, garantendone l’indipendenza (anche economica) e l’efficienza. Allo stesso tempo ci vorrebbe anche un nuovo piano di investimenti in grado di creare lavoro, in modo da evitare che quegli stessi funzionari pubblici si pieghino davanti alle esigenze dei controllati al fine di far lavorare figli e congiunti. Quanto ci vorrà per affrontare questo tema focale a livello nazionale?