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Sta emergendo una nuova proposta di “turismo esperenziale” con presepi, cantine e gastronomia tipica
In Artena Città Presepe c’è una realtà che sta prendendo piede. Sono le taverne, aperte nelle cantine o nelle antiche case del centro storico, tanto apprezzate dai visitatori quanto rilevanti nella promozione delle tipicità locali. Non è il primo anno che questi luoghi di ritrovo e di gastronomia sono aperti nel mese di dicembre. Già cinque anni fa c’erano alcuni luoghi in cui mangiare, ma quest’anno sono aumentati in numero e in qualità, mettendo a frutto una clientela fidelizzata nel tempo. Quest’anno le cantine (o fraschette, o taverne che dir si voglia) sono cinque e in questa edizione di Artena Città Presepe sono la vera novità della manifestazione, colmando una carenza che in passato si era fatta sentire: quella dei punti di ritrovo mangerecci in un centro storico tanto bello.
Apripista in questa esperienza sono state senza dubbio “Le Cantinette” in via Cavour e la “Taverna di Ziziotto e Marina” in una traversa di via Maggiore. Quest’anno vi si è aggiunta la cucina di Chef Luis (davanti alla Chiesa di Santa Croce in una casa ottocentesca), la Taverna “Sapore Antico” in via Roma e la Taverna dello Sbandieratore (in un locale della canonica di Santo Stefano). Il richiamo delle taverne ha portato ad Artena turisti messicani (da Chef Luis) e persone della zona interessate ad assaggiare i prodotti tipici artenesi.
Tra tutti ha spopolato la nocchiata, preparata dalle mamme degli Sbandieratori secondo la ricetta tradizionale di Artena che prevede soltanto nocciole e miele a formare un composto conservato in foglie di alloro. E se la polenta con la brace ha conquistato tanti cuori, ci sono state anche delle novità in chiave creativa tradizionale. Ad esempio i “briganti con i fagioli” cucinati a Le Cantinette (una pasta particolare inventata dai gestori) o i frascategli preparati da Marina e Ziziotto. Notevole è anche la polenta fritta preparata dagli Sbandieratori o le frittelle a base di borragine de Le Cantinette. Da provare, i tipicissimi arrosticini di pecora di “Sapore Antico”.
Di serata in serata, anche quando le strade sono state poco frequentate, le taverne hanno registrato una buona affluenza, anche a pranzo. Nella giornata del 26, tra l’altro, sono state particolarmente gradite anche dal Vescovo in visita alla chiesta di Santo Stefano, che nell’occasione si è fermato alla Taverna dello Sbandieratore, dove ha ricevuto in dono il foulard degli Sbandieratori e Musici del Cardinal Borghese ed ha incontrato il parroco Don Daniele, il Sindaco Felicetto Angelini e il vice sindaco Loris Talone.
Le taverne, a seconda dei casi, sono allestite temporaneamente da associazioni che hanno effettuato per tempo le dovute comunicazioni a Comune e Asl. L’apertura, a seconda dei casi, è prevista solo nel fine settimana o anche durante i giorni feriali. I prezzi sono bassi o comunque abbordabili, come si addice a delle taverne. La loro presenza permette ai visitatori di prolungare la permanenza sia nella serata sia a scavalco del pranzo durante gli orari di Artena Città Presepe. Offrendo così ai visitatori e un viaggio esperenziale che lega il panorama, l’architettura e i presepi del centro storico alle tradizioni gastronomiche. Il “turismo esperenziale” è sempre molto gradito dai visitatori e potrebbe essere ancor più potenziato nel futuro, magari promuovendo la strada degli home restaurant temporanei o anche facendo una ricerca storica sia delle ricette tradizionali artenesi sia degli abiti d’epoca da far poi indossare ai gestori. Assolutamente necessario, per il prossimo anno, l’inserimento di orari, menù e recapiti telefonici sul sito artenacittapresepe.com