“Rifiutiamoli” non smobilita: “Da Zingaretti e Valeriani dichiarazioni positive ma generiche”

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Il Movimento “Rifiutiamoli” valuta positivamente le dichiarazioni del Presidente della Regione e del suo assessore

“Rifiutiamoli” non smobilita. Lo fa sapere, commentando le dichiarazioni di Zingaretti e Valeriani sulla realizzazione di un impianto di produzione di FOS al posto dei termovalorizzatori. Tuttavia secondo il movimento le dichiarazioni sono positive ma generiche. Per questo non ha intenzione di abbandonare la lotta, riaffermando che i rifiuti di Roma non possono andare a Colleferro.

Di seguito la nota diramata da Rifiutiamoli

Nelle ultime settimane l’intervento del Ministro dell’ambiente Sergio Costa, nell’arena dello scontro tra amministrazione capitolina e regionale, sembra aver smosso le acque. In pochi giorni si sono succedute dichiarazioni del Presidente della regione Nicola Zingaretti, dell’assessore regionale Massimiliano Valeriani e della Sindaca Virginia Raggi. Zingaretti e Valeriani hanno dichiarato che gli inceneritori di Colleferro non verranno ricostruiti e riaccesi ma sostituiti da un impianto di recupero per i rifiuti indifferenziati, rifiuti che i TMB (trattamento meccanico biologico) non sono in grado di riciclare. La sindaca Raggi ribadisce che gli impianti di trattamento rifiuti ed eventuali discariche di servizio non si dovranno insediare nel territorio della capitale.

Al momento non avrà luogo l’annunciato incontro della cabina di regia tra Zingaretti, Raggi e Ministro Costa in prefettura, il cui esito avrebbe dovuto dar luogo a decisioni concrete in merito alla gestione dello stato fiacco del servizio di gestione dei rifiuti nella città di Roma e a scelte definite sulle future strategie. A nostro avviso, occorre:

  • Definire un piano per la gestione dei rifiuti della regione Lazio che segni l’abbandono del sistema fondato su discariche e inceneritori.
  • Raccordare ogni intervento immediato al piano regionale,
  • Coinvolgere in ogni decisione municipi, comuni e reti associative informando capillarmente e dando voce ai cittadini,
  • Rimuovere gli impianti esistenti, bonificare l’area, nella quale non si dovrà mai più insediare nessun altro tipo di impianto, essendo Colle Sughero in un’area SIN (Sito d’interesse Nazionale) e persistendo nel sottosuolo e nelle acque sottostanti al sito contaminazioni da cromo esavalente.
  • La garanzia della realizzazione del piano post mortem, con annessi finanziamenti e atti ufficiali della discarica di Colle Fagiolara, essendo la data di chiusura fissata per il 31 dicembre 2019.
  • Ribadire che il nostro territorio non costituisce lo sbocco per il trattamento dei rifiuti della capitale o addirittura, come indicato da Valeriani, dei rifiuti dei TMB della regione Lazio.

Come possiamo valutare quanto dichiarato, fatto e non fatto? L’orientamento del Ministro a sfavore dell’incenerimento si è aggiunto al costo troppo oneroso della ricostruzione delle due linee di incenerimento ed all’opposizione radicale dell’intera comunità di Colleferro e dei comuni circostanti. Altre tecniche di recupero della frazione indifferenziata costituiscono una alternativa concreta e non possono più essere ignorate come si è fatto in tutta la precedente legislatura.

Valutiamo positivamente le dichiarazioni di Zingaretti e Valeriani, ma tali restano nella loro genericità ed ambiguità in particolare sulla collocazione degli impianti innovativi da loro proposti. Di conseguenza, non possiamo che mantenere lo stato di mobilitazione, intensificando l’attività di informazione e coinvolgimento dei cittadini: il passaggio è cruciale e le decisioni importanti verranno prese nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La situazione romana è talmente drammatica che ne potranno discendere decisioni impattanti per il nostro territorio (ricordiamo le affermazioni dell’amministratore delegato di AMA Bagnacani sulla necessità di riaprire gli inceneritori di Colle Sughero).

A tutti deve essere ricordato un fatto incontrovertibile: se non ci fossero state le manifestazioni dell’8 luglio 2017, del 18 novembre 2017 e del 7 luglio 2018, se dal 5 novembre 2017 non si fosse insediato il presidio al quartiere Scalo e non si fossero fermati i mezzi che portavano materiali necessari alla ristrutturazione degli inceneritori, con il concorso di diverse amministrazioni locali, gli impianti oggi sarebbero stati riavviati secondo il programma approvato di ristrutturazione. Ricordiamo che la regione e AMA avevano stanziato i fondi per il revamping e la società Lazio Ambiente aveva appaltato parte dei lavori. Gli inceneritori sarebbero stati riavviati e con essi sarebbe stata rinviata per molto tempo la revisione delle strategie regionali sui rifiuti. Sono fatti incontrovertibili che raccontano storie di mobilitazione, di corpi, di energie, di scambio di saperi. Tutto questo ha spento e chiuso le due ciminiere.

  • Nelle prossime settimane chiameremo sul nostro territorio le istituzioni interessate ad un confronto pubblico con i cittadini.
  • Chiameremo ad una nuova mobilitazione i cittadini, se verranno confermate le dichiarazioni di Zingaretti e Valeriani di far diventare Colleferro il luogo predestinato per lo smaltimento dei rifiuti di Roma
  • Manterremo un coordinamento di lotta ed informazione con i cittadini di Roma che vivono nei pressi di impianti maleodoranti e obsoleti.

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