Angelini: “Non mi dimetterò mai. Serve unità e collaborazione” [VIDEO]

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Dopo due anni e mezzo le prime parole in piazza ad Artena del sindaco Angelini e del consigliere Domenico Pecorari

di Giorgia Gentili

Si è aperta alle 17.00, l’assemblea pubblica dei consiglieri di maggioranza di “Artena Rinasce”. Dopo due anni, il consigliere Domenico Pecorari e il sindaco Felicetto Angelini sono tornati a rivolgersi alla cittadinanza assieme a Laura Caschera, Sabrina Di Cori, Alfredo Bucci, Eleonora Palone, Carlo Scaccia, Alfonso de Angelis e Laura Pincarelli.

I consiglieri e il sindaco sospeso hanno commentato la vicenda giudiziaria che coinvolge diversi amministratori, il commissariamento del comune e le dimissioni della maggioranza risalenti a quindi giorni fa. I consiglieri intervenuti hanno affermato che abbandonare il Consiglio comunale e dimettersi non è una scelta da prendere in considerazione per “Artena Rinasce”. Questo per diversi motivi: rispetto del mandato, degli elettori e soprattutto perché il Consiglio comunale è ancora operativo, affiancando il ruolo coperto dal commissario prefettizio, il quale assolve ai compiti della Giunta e del sindaco.

“Pecorari: ho sofferto molto dopo quel 30 ottobre”

Nelle prime dichiarazioni pubbliche dopo due anni e mezzo, Domenico Pecorari ha ricordato dettagliatamente il percorso seguito alla “bufera giudiziaria” che lo ha coinvolto in prima persona insieme ad Angelini e ad altri.

“Ho sofferto molto dopo quel 30 ottobre 2020, quando i carabinieri mi hanno comunicato di essere in arresto. Ho confidato nella magistratura e in trenta mesi di domiciliari, non sono mai stato ascoltato da un giudice” ha dichiarato pubblicamente. “In questi due lunghi anni ci siamo sentiti dire di tutto – ha affermato Pecorari -, ci hanno gettato addosso solo fango. Tuttavia, io sono convinto della mia innocenza e sono sicuro che questa situazione si risolverà e la verità verrà a galla”.

“Dimetterci oggi è inutile e controproducente. Il commissario resterà fino al 2024, cosa vogliamo fare? Lasciarlo decidere da solo per tutto quello che riguarda Artena, senza poter intervenire in nessun modo? Ci sono diversi aspetti su cui dobbiamo fare luce, molte questioni rimaste sospese che vanno riavviate e quando tornerò in ufficio, provvederò a consultare i documenti necessari”.

“Sul nostro mandato hanno detto di tutto e di più: che non abbiamo combinato nulla, che il bilancio comunale è fallimentare, ma non si dice che le difficoltà del comune sono dovute al sistema della Tari, che porterà tutti i comuni al dissesto. A maggio, anche il bilancio realizzato dal commissario è stato votato in modo contrario dall’opposizione” ha aggiunto Pecorari, che ha ricordato i lavori fatti con l’Acea e con i finanziamenti dello Stato.

“Ancora non capisco il perché della bufera giudiziaria”

Il sindaco sospeso Felicetto Angelini ha iniziato il proprio intervento ringraziando i parenti che gli sono stati vicino e i consiglieri che hanno proseguito l’attività amministrative anche dopo il 30 ottobre 2020, la cittadinanza che gli ha inviato parole di solidarietà e la propria famiglia che lo ha sostenuto.

“Sono forse l’unico sindaco d’Italia – ha detto il Felicetto Angelini – che nonostante sia stato investito da una bufera giudiziaria di cui ancora non capisco il perché, ha avuto accanto nove consiglieri comunali che sono stati coerentemente e responsabilmente accanto a me”.

“Posso vivere da questa parte di Artena – ha ricordato il sindaco – ma non dall’altra, perché sembra che io sia così pericoloso che non posso attraversare una parte di Artena. Rispetto questa ordinanza dei giudici, anche se non sono d’accordo. La cosa che più mi dispiace è che sono due anni e mezzo che non posso andare a trovare mio padre al cimitero, almeno finché questo impedimento rimarrà in piedi”.

L’accusa di concussione secondo Angelini

Poi si è concentrato a spiegare una delle accuse. “Io non so quanti di voi sanno di cosa siamo accusati. Io sono accusato di aver abusato della mia qualità insieme ad altri perché costringevo una certa signora Gatta ad accettare il trasferimento in comando presso il comune di Rignano, con una condotta consistita nel metterla nell’alternativa di subire un danno ingiusto, che poteva essere l’allontanamento dal posto di lavoro, o di evitarlo accettando di predisporre e firmare un bilancio falso”.

“Dunque – ha proseguito -, costringevo la stessa persona ad accettare il trasferimento in comando in modo tale da poter consentire l’approvazione di un bilancio di previsione di pareggio evitando così tutte le conseguenze di legge a carico dell’Amministrazione. Questa è l’accusa di concussione, quel reato per cui il pubblico ufficiale costringe altri a dare al pubblico ufficiale stesso qualcosa in soldi o in denaro o in prestazioni sessuali per trarne vantaggio”.

“E cosa c’entra tutto questo con il reato di concussione con ciò che vi ho appena spiegato? Non lo so, ma nessuno di noi è accusato di aver chiesto o ottenuto un solo centesimo, ma siamo stati continuamente accusati di ruberie o latrocini” ha spiegato Angelini.

“Ci hanno messo le cimici sotto al sedere per sei mesi e non hanno trovato assolutamente nulla. Solo chiacchiere, parole che smonteremo pezzo a pezzo. Vorrei vedere in quanti altri comuni d’Italia mettendo per sei mesi le cimici in tutto il comune che cosa uscirebbe, nei ministeri piuttosto che negli uffici pubblici. Ad Artena stiamo parlando di procedure amministrative: abbiamo accettato una richiesta di comando per non danneggiarla troppo”.

Il sindaco ha inoltre affermato di aver fiducia nella richiesta della magistratura e ha ritenuto che “i processi si fanno nelle aule di tribunale”. E ha affermato che va cambiato radicalmente “il sistema giudiziario che consente a un sindaco di essere sospeso per due anni e mezzo senza essere interrogato né condannato”.

“Ho salvato Artena da un dissesto che non c’era”

Angelini ha quindi affermato che “nel 2018 il predissesto non c’era”. “Per due anni – ha aggiunto – nessun giudice ci ha ascoltati e tantomeno sono stato condannato. E che interessi avremmo noi a falsificare un bilancio di previsione che, proprio come dice il nome, è un bilancio fatto di ipotesi? Da lunedì inizieremo a dimostrare che quel bilancio è fondato e legittimo”.

“Inoltre – ha detto ancora Angelini -, mi pare molto strano che un sindaco che evita un dissesto, che sarebbe pagare il 100% delle tasse con servizi dimezzati e con il massimo dei tributi comunali, invece di dargli la medaglia lo mettono ai domiciliari, invece chi ruba il timbro del comune e fa i certificati falsi e prende decine di migliaia di euro a danno dei privati sta tranquillamente in giro” ha proseguito Angelini. “Perché non devo stare a piede libero che ho salvaguardato la mia comunità da un dissesto che non c’era e che non c’è mai stato?”

“Io non mi dimetterò mai. Manterrò il mio impegno fino alla fine, fin quando la legge mi consentirà di farlo e fino alle prossime elezioni amministrative. Tutto quello che è successo è stato causato dal clima d’odio che aleggiava già dal mio primo mandato. Dobbiamo collaborare e rispettarci a vicenda, invece. Essere educati l’uno con l’altro, perché siamo tutti artenesi e facciamo tutti parte della stessa comunità. Solo così si può riuscire a curare gli interessi di tutto il paese” ha concluso il sindaco.

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