Artena è in carenza di medici di base. Altri due medici vanno verso la pensione e si rischia si dover emigrare verso Valmontone o Colleferro. Lanna (SNAMI): “Manca la programmazione: tra due anni ulteriore massiccia uscita di medici”
Ad Artena c’è carenza di medici di base. Nei mesi scorsi uno dei medici storici di Artena è andato in pensione e per i suoi mutuati si pone il problema di trovarne uno nuovo. Chi è andato oggi al Distretto Asl di Colleferro ha potuto constatare che attualmente la scelta è limitata a soli tre medici. Di questi, uno può accettare un solo paziente, un altro sta andando in pensione. Ne rimane un terzo che potrà accogliere non più di 403 pazienti.
Si è quindi già in carenza se si pensa che nei prossimi mesi andrà in pensione almeno un altro dottore storico di Artena, che ha 1500 mutuati. Dovendo scegliere il nuovo medico di famiglia, c’è già chi si è rivolto a professionisti di Valmontone o Colleferro, dove c’è più scelta (a Valmontone si può scegliere tra sei medici). Alla carenza di farmacie si aggiunge dunque la diminuzione dei dottori: una tendenza preoccupante per la sanità di base in questo territorio.
Da cosa dipende la carenza di medici? Dalla mancata sostituzione di coloro che vanno in pensione. Ad Artena non ne sono infatti arrivati di nuovi e chi avrebbe potuto ha preferito altri Comuni. La debolezza della medicina di base si sente meno a Valmontone. Lì dal 1997, aprendosi anche il “mercato” di Labico, si sono stabiliti un numero più alto di professionisti.
Lanna (SNAMI): “È un problema di programmazione”
Problemi simili si sono verificati già a Roma quando, nel 2019, sono risultati più posti liberi da medico di medicina generale che candidati. La questione riguarda la programmazione dei servizi sanitari da parte della Regione e dello Stato. Ne è sicuro Giuseppe Lanna, segretario provinciale del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Indipendenti (SNAMI).
“C’è una mancanza di programmazione a livello regionale e nazionale – ha detto Lanna – e da anni diciamo che le borse di studio che vengono messe a bando per la formazione dei medici di medicina generale sono insufficienti sia come numero che come importo, che è la metà dei medici ospedalieri. Questo mette in pericolo la stessa istituzione della medicina generale anche perché se non si riescono a rimpiazzare i medici che vanno in pensione – afferma il dottore – diventa anche un problema di natura previdenziale”.
Le soluzioni? “Come sindacato – ha spiegato Lanna – abbiamo chiesto nell’ultimo comitato regionale del 18 gennaio che sia elevato da 500 a 650 il numero di pazienti che possono prendere i medici che stanno facendo il secondo e il terzo anno del corso di formazione in medicina generale e che partecipano alle graduatorie e diventano titolari”.
La tendenza non è stata però invertita: “Negli anni si sono persi tanti futuri medici di medicina generale e così si è indebolita la medicina territoriale: fra due anni – ha dichiarato il sindacalista dello SNAMI – ci sarà un’ulteriore uscita massiccia dei medici di medicina generale. Quanto si sta vivendo ad Artena accade anche a Frascati e Marino, anche perché – conclude Giuseppe Lanna – il lavoro è diventato talmente pesante, con un impegno burocratico enorme, che si sceglie di andare in pensione a 68 anni malgrado si possa rimanere fino a 70″.
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