Artena verso il 5G: presentazione a marzo

Mandalo ai tuoi amici


Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)


 

Il territorio di Artena è inserito tra quelli finanziati dal Ministero dello Sviluppo economico su richiesta dell’Università di Cassino. L’altro giorno un alto responsabile di TIM avrebbe incontrato l’Amministrazione comunale

Il Comune di Artena, insieme a TIM e all’Università degli Studi del Lazio Meridionale (Cassino) sarebbe risultato aggiudicatario di un bando per l’attuazione della rete 5G. A dirlo è stato il Sindaco Angelini durante la prima puntata di “A TUTTO SCHERMO”, il programma in diretta video che ogni giovedì va in onda sul gruppo degli abbonati di questo giornale (clicca qui per entrare a farne parte). La notizia è che proprio nei giorni scorsi l’Amministrazione comunale di Artena avrebbe incontrato un alto esponente di TIM, la società che dovrebbe attuare il progetto finanziato dal Ministero con il bando sulla “sperimentazioni pre-commerciali del 5G”.

Si tratta, come ha dichiarato il Sindaco, di un intervento da oltre un milione di euro che è stato presentato dall’Università di Cassino come capofila. Proprio il progetto di Unicas, Artena e Tim, come rivela key4biz.it, si è piazzato primo insieme alla proposta presentata dalla SIAE. Per partecipare al bando del Ministero dello Sviluppo Economico, retto dal ministro Patuanelli (M5S), l’Amministrazione comunale di Artena ha dato in passato il proprio assenso all’Università di Cassino. Per questo motivo risulta forse un po’ paradossale che su diverse riviste di settore se ne sa di più di quanto non se ne sappia ad Artena, luogo di attuazione del progetto.

Secondo quanto dichiarato a key4biz.it dal Prof. Stefano Buzzi, ordinario di Telecomunicazioni presso l’Università di Cassino, il progetto finanziato ammonta a 1,25 milioni di euro e “permetterà di implementare simultaneamente connessioni a banda ultralarga e connessioni a bassa latenza ed alta affidabilità, permettendo di confrontare i trade-off sperimentali di prestazioni con quelli predetti dagli studi teorici. Questa è certamente una grande opportunità di crescita per i nostri studenti e i nostri giovani ricercatori“. Prosegue la testata online: “L’importo complessivo del progetto è pari a 1.250.000 euro, di cui l’80% erogato dal MISE ed il 20% a carico dei proponenti il progetto. Il finanziamento di pertinenza dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale per l’esecuzione del progetto ammonta a circa 400.000 euro”.

A favore o contro il 5G?

Chi è abbonato a questa testata giornalistica sa del progetto da tre settimane e ha cominciato a farsi un’idea del futuro del centro urbano di Artena. Ha forse iniziato a cercare cos’è il 5G, quali sono le sue caratteristiche, i vantaggi, gli sviluppi, i timori e le preoccupazioni. C’è da dire in primo luogo che su questa tecnologia si sta consumando da anni uno scontro internazionale tra Stati Uniti e Cina, da quando le autorità americane hanno accusato Huawei di spionaggio, arrestandone la responsabile per il loro territorio.

Gli americani vorrebbero che non si usasse la tecnologia cinese ma i cinesi sono riusciti, tramite l’accordo “La Via della Seta” a introdursi nel mercato italiano. In ogni caso si tratta di investimenti miliardari, basti pensare che le gare per le bande sono state assegnate per un importo complessivo di 6,5 miliardi di euro. Tali investimenti potrebbero segnare la nascita di una nuova rivoluzione tecnologica con effetti prorompenti sull’economia. Come per ogni innovazione, ci sono però anche timori e preoccupazioni che sono sfociati in eventi nazionali e in un movimento nazionale contrario all’applicazione della tecnologia in questione.

L’intervento dell’Istituto Superiore di Sanità

Sul tema è intervenuto l’Istituto Superiore di Sanità con un documento rassicurante, pubblicato nel 2019 in occasione della diffusione di notizie allarmanti sul 5G. Il documento citato (si può consultare cliccando qui) fa due affermazioni rilevanti. La prima:

Il 5G, come le attuali tecnologie di telefonia mobile di seconda, terza e quarta generazione (2G, 3G e 4G), non richiede segnali elettromagnetici di intensità tale da indurre aumenti significativi della temperatura corporea dei soggetti esposti, per cui non è prevedibile alcun problema per quanto riguarda gli effetti noti dei campi elettromagnetici. Questo è vero anche in considerazione sia della natura particolarmente restrittiva della normativa italiana, sia dei margini di cautela impliciti negli standard internazionali per la protezione dagli effetti termici nell’ipotesi che il quadro normativo italiano venga allineato ad essi per evitare che già esistenti problemi di installazione degli impianti di telecomunicazione mobile possano essere accentuati con l’avvento del 5G [9]. Non solo i livelli di esposizione della popolazione saranno molto inferiori alle soglie per gli effetti a breve termine di natura termica, ma la temuta “proliferazione di antenne” non dovrebbe comportare aumenti generalizzati delle esposizioni in quanto le ridotte dimensioni delle small cells comporteranno delle potenze di emissione più basse di quelle utilizzate per coprire le macrocelle.

Emissioni elettromagnetiche del 5G e rischi per la salute – ISS

La seconda affermazione, a conclusione del documento, è la seguente:

In conclusione, i dati disponibili non fanno ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione connessi all’introduzione del 5G. Tuttavia è importante che l’introduzione di questa tecnologia sia affiancata da un attento monitoraggio dei livelli di esposizione (come del resto avviene già attualmente per le attuali tecnologie di telefonia mobile) e che proseguano le ricerche sui possibili effetti a lungo termine.

Emissioni elettromagnetiche del 5G e rischi per la salute – ISS

I vantaggi del 5G e le città che lo stanno sperimentando

In Italia la sperimentazione pre-commerciale del 5G, avviata dal MISE, sta coinvolgendo già diverse città. Le applicazioni sono partite a Milano, Bari, Matera, Prato e L’Aquila. Di recente anche a Roma è stato lanciato il 5G in partnership tra Comune, Fastweb e Ericsson. Le applicazioni sono le più disparate. A Roma, ad esempio, la nuova rete controlla gli effetti sismici sui Musei Capitolini oppure viene applicata alla videosorveglianza, alla mobilità e al turismo (qui il progetto).

A Milano il 5G trova applicazione anche al controllo delle ambulanze e agli interventi di emergenza, alla robotica nell’industria e all’istruzione nelle scuole con la realtà aumentata, alla sicurezza tramite i droni e ai robot per l’agricoltura di precisione (qui il progetto). A Bari il 5G interviene anche nei servizi di sicurezza e nel supporto alla logistica del porto. Tutti gli interventi vanno nella direzione di quello che viene chiamato “Internet delle cose”, cioè il controllo degli oggetti e il loro utilizzo come centro di informazione tramite la connessione 5G.

I contrari: l’Alleanza Italiana Stop 5G

Le argomentazioni dell’Istituto Superiore di Sanità non convincono tutti e in questo panorama va data notizia anche di un’Alleanza Italiana Stop 5G. Il movimento ha chiesto “al Governo e agli enti locali di fermare il pericoloso 5G” (qui il sito del movimento). I motivi dell’opposizione? L’Alleanza si appella al principio di precauzione, affermando che “il 5G si serve di inesplorate radiofrequenze prive di studi preliminari sul rischio per la salute della popolazione”. L’Alleanza cita anche due studi che dimostrerebbero un aumento dei tumori nei ratti esposti al 2G e 3G. Entrambi gli studi sono però discussi anche dall’Istituto Superiore di Sanità nel documento che abbiamo citato prima.

Un altro studio citato è del Comitato Scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Comunità Europea (qui la notizia), secondo cui il 5G “evidenzia criticità sconosciute sui problemi di salute e sicurezza. La polemica è in merito ai danni causati dalle attuali tecnologie wireless 2G, 3G e 4G.” E ancora: “Gli effetti della radiazione elettromagnetica sono stati generalmente ben studiati, tuttavia la radiazione elettromagnetica di bassa frequenza è meno studiata”.

WhatsApp Contatta La Tribuna