Busta minatoria al Sindaco di Artena. Angelini: “Non mollo. Alla sfiducia manca…”

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La busta con la lettera di minacce è arrivata ieri al Primo Cittadino di Artena

Una lettera minatoria è stata consegnata ieri al Sindaco di Artena Felicetto Angelini. Una busta bianca inviata presso la sede comunale e contenente un foglio stampato, ovviamente anonimo, che intima il Sindaco di dimettersi, minacciando, tra gli insulti, di “andarlo a cercare”.

“Non mollo. Questi signori devono sapere – ha commentato Angelini – che non mi faccio spaventare da queste cose. Vado avanti e non mi dimetterò mai perché è solo il popolo artenesi che mi può mandare via se lo riterrà”.

Sala piena per il “rapporto alla città”. Angelini contesta la validità della mozione di sfiducia

Durante la conferenza che si è tenuta oggi al Palazzaccio, in una sala strapiena, il Sindaco ha elencato gli investimenti programmati, difendendo gli investimenti sulla funghicoltura in via Giulianello (“Porteranno cento posto si lavoro” ha detto) e annunciando lo sblocco del raddoppio della Fassa.

Ma ha anche colto l’occasione per rispondere ai firmatari della mozione di sfiducia, ritenuti dal Primo Cittadino “dei traditori” ad eccezione di Armando Conti “che ha sempre interpretato il suo ruolo di Consigliere di opposizione al meglio”.

“Hanno presentato una mozione di sfiducia con sei firme – ha dichiarato Angelini – ma la legge prevede che la mozione vada firmata dai duequinti dei Consiglieri assegnati. I Consiglieri sono 16 dunque servono sette firme e non sei: questi capiscioni (saputoni ndr) non sono stati nemmeno capaci di firmare la mozione di sfiducia. Se sono capaci di farlo, vadano dal notaio e si dimettano in massa facendo venire ad Artena un commissario”.

Il Sindaco ha poi affrontato molti temi, dalla Tari all’Housing Sociale, dalle strade a Lazio Ambiente, dalle transazioni onorate al rifacimento del campo sportivo comunale, dal cimitero al centro storico. L’intervento è pubblicato sulla pagina Facebook de La Tribuna.

Carocci: “Sei firme bastano. Il Ministero ha già chiarito la questione”

Nella giornata di oggi (domenica 20 gennaio) si registra la replica del Consigliere di opposizione Silvia Carocci che contesta le affermazioni del Sindaco sul numero di firme necessarie alla mozione di sfiducia.

“Giusto perché la matematica non è un’opinione – afferma a mezzo Facebook la Carocci – , i 2/5 di 16 (che è il numero di consiglieri che si computano, escludendo il Sindaco, ai sensi dell’art. 52 del TUEL) è 6,4 e dato che Regolamento e Statuto Comunale non dicono nulla valgono le regole generali dell’approssimazione per difetto. Il Ministero dell’Interno ha già chiarito questo concetto. Ovviamente, chi non rispetta le sentenze è facile che ignori anche quello che dice il Ministero!
https://dait.interno.gov.it/territorio-e-autonomie-locali/pareri/13391″. Anche su questo fronte, dunque, si registrerà un nuovo scontro legale-amministrativo.

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