“Capocotti”: domande sul futuro a chi è immerso nel passato

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Cosa significa vivere in un borgo non carrabile? Cosa manca a chi risiede nel centro storico di Artena? Le risposte a queste e altre domande sono fornite dagli stessi residenti del centro storico di Artena, nel libro “Capocotti” di Alessandro Coltré presentato sabato al Granaio Borghese ed edito dalla cooperativa Annales.

Capocotti è una raccolta di articoli, interviste, approfondimenti, storie di vita e conversazioni con gli abitanti del paese (e non solo) svolte dal giornalista nel corso di quasi due anni di ricerca. Un libro che è in realtà un’indagine antropologica sullo stato di salute del centro storico di Artena, delle sue contraddizioni e delle sue prospettive.

“Il Centro storico di Artena è ancora la foto della carta di identità del paese” – ha dichiarato l’autore – “ma a ben vedere non è più il centro della vita della città, è un quartiere periferico in stato di spopolamento. Piuttosto che cedere alla retorica del borgo incantato fuori dal tempo il mio lavoro ha voluto però concentrarsi sul futuro della comunità che vive il centro storico. Parliamo di quello che manca ma pensiamo a ciò che potrebbe essere partendo dal punto di vista di chi questo luogo lo vive, anche solo per un giorno”.

Ad intervenire alla presentazione anche Alessandro Cianca, docente e scrittore e Nicole Rondinelli, della casa editrice Annales. Entrambi hanno posto l’accento sul valore antropologico dell’opera ma anche sulla sua universalità: si parte dall’analisi collettiva sulla vivibilità di un borgo della provincia di Roma, chiamato a ripensare la sua identità e a discutere del suo futuro ma il discorso si può estendere a tutto il territorio, a tutte le piccole comunità laziali.

“Del centro storico si parla sempre molto, moltissimo specialmente in periodi come questo – ha dichiarato Luigi Biagi, direttore della Nuova Tribuna- le proposte sarebbero da approfondire perché a volte sembrano partire da un ricordo idilliaco e scolorito del passato piuttosto che dai dati e dai fatti, ad esempio dalle oltre sessanta persone oltre gli 80 anni che vivono nel centro storico. Ciò che emerge dal libro e dall’esperienza di chi ci vive, è che il centro storico di Artena è un problema sia pubblico sia privato”.

“Dopo l’apertura della nuova strada ma soprattutto grazie ai prezzi molto bassi – ha proseguito Biagi -, si sta assistendo a piccoli investimenti immobiliari e commerciali ma al deprezzamento dei patrimoni immobiliari va trovata una soluzione stabile chiedendosi se davvero oggi si può pensare di vivere in un luogo in cui non consegnano arredi e mobilia al piano e in cui si ha un gap di almeno 10 minuti nel soccorso. Tutto ciò emerge nel libro di Coltrè, che è una base solida su cui partire per portare il centro storico nell’attualità e nel futuro”.

La presentazione è stata moderata da Mino Massimei, Presidente del Circolo Arci Montefortino ’93 e ha visto una grande presenza di pubblico, intervenuto con domande pertinenti sul futuro del centro storico.

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