Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)
Lo studio presentato sabato individua due nuovi accessi al centro storico di Artena e un sistema interno di mobilità che farebbe invidia ai migliori centri storici
Rivolgersi a degli studiosi fa sempre bene perché sanno individuare le idee migliori rispetto a problemi molto difficili. Lo fece nel Seicento il Cardinal Scipione Borghese, realizzando piazza della Vittoria e via Garibaldi e portando Montefortino nel futuro. Lo ha fatto l’Amministrazione Petrichella e sabato quella del Sindaco Angelini, almeno sulla carta. Dalle carte comunali è riemerso lo studio dell’arch. Giancarlo Censini, frutto di un concorso di idee indetto dall’allora assessore Bruni. Uno studio che trova soluzioni interessanti ai principali problemi del centro storico: l’accessibilità, la mobilità e l’assenza di spazi pubblici dedicati all’intrattenimento.
I nuovi accessi e il sistema di mobilità interno
Lo studio è stato presentato sabato pomeriggio presso l’ex Granaio Borghese e propone la realizzazione di due nuovi accessi al centro storico: uno dal parcheggio dell’attuale palazzo Comunale, un altro dalla Villa (o da via del Comune, vicino palazzo Traietti). Dal parcheggio del Comune l’architetto ha pensato due torri con un ascensori e un montacarichi, per portare merci e persone poco sotto la quota della chiesa di Santo Stefano: da lì un percorso utilizzabile anche con delle “golf car” (piccoli mezzi elettrici già utilizzati nei centri storici) farebbe raggiungere via Arco Scuro.
Studiando le quote, l’architetto ha poi individuato un percorso interno che attraversa il centro storico relativamente in piano. Si tratta del percorso che va da via Arco Scuro a via Rupe passando per via del Pavone o via dei Gelsi, anche con l’ausilio di ascensori interni alle abitazioni abbandonate e sistemando alcune pendenze troppo accentuate. Le due direttrici, percorribili con “golf car”, porterebbero al secondo punto d’accesso al centro storico, sul costone roccioso che corre lungo via Rupe, all’estremo opposto rispetto a via Arco Scuro.
Dall’ex Comune (oggi Museo del Rugby) lo studioso ha previsto la messa in sicurezza del costone roccioso (la “prece”) con la realizzazione di una risalita a cremagliera. Si tratta di un sistema di risalita utilizzato ad esempio in Svizzera, costituito da una navetta che risale (e riscende) un percorso “dentato” (tipo una funivia). La risalita meccanizzata porterebbe quindi dall’ex Comune (eventualmente collegato a Villa Borghese con un ascensore) fino alla parte più sporgente del centro storico (non molto sotto piazza della Resistenza).
Gli spazi pubblici interni e lo studio sulla luce
Il lavoro del professore ha poi preso in considerazione due aspetti che il Cardinal Borghese aveva tralasciato. Censini ha notato che nel centro storico mancano luoghi dedicati al pubblico intrattenimento e al teatro, cosa non troppo strana per un borgo dello Stato Pontificio. La soluzione che trova a questa carenza è affascinante: ricavare un’arena quasi naturale nello spazio sovrastante Palazzo Borghese (l’area dei Nanetti e quella del vicino giardino) con l’arena che sarebbe costituita dal chiostro di Palazzo Borghese. Il centro storico viene infine studiato anche sotto l’aspetto della luce, individuando le zone meno illuminate dal sole e provando ad abbozzare alcune soluzioni per renderle più luminose.
La fattibilità: lavoro mastodontico ma che riserva grandi opportunità
Al termine della presentazione chi ha posto l’accento sulla fattibilità del progetto è stato il Sindaco. Il Primo Cittadino da una parte ha “sposato” l’idea di favorire un miglior sistema di accesso e di mobilità al centro storico, dall’altra ha sottolineato che per fare tutto ciò servono risorse ingenti e che le soluzioni concrete potrebbero essere anche diverse. Angelini ha quindi dichiarato che inizierà con il primo passo, chiedendo risorse alla Regione per mezzo milione di euro, anche se non ha detto se saranno destinate a un nuovo accesso al centro storico o al rifacimento delle strade selciate già pianificato (se è per il secondo, speriamo che alcuni problemi siano intanto risolti).
L’intervento riserva però grandi opportunità. Il borgo potrebbe ripopolarsi grazie alle maggiori comodità, sempre nel rispetto del centro storico. Le abitazioni verrebbero valorizzate e anche l’economia legata alla realizzazione dei lavori ne gioverebbe. Gli interventi da realizzare sarebbero così rilevanti che darebbero una nuova prospettiva al centro storico e, probabilmente, non basterebbero dieci anni a concluderli. Anche per questo il Sindaco (o i Sindaci) che riusciranno a fare tutto ciò passeranno alla storia come il Cardinal Borghese, al quale ancora oggi si deve l’esistenza di questo borgo, facilmente raggiungibile almeno da piazza della Vittoria.
L’epilogo del convegno: la protesta per “il piano regolatore da due anni e mezzo in Regione e non se ne parla”
Al termine della conferenza si è registrato il veemente intervento di un cittadino che ha protestato con l’Amministrazione e anche con questo mezzo d’informazione, chiedendo perché non si parla del “piano regolatore in Regione da due anni e mezzo”.
Magari fosse così. Del piano regolatore non c’è nemmeno la bozza: in Regione è stato inviato un documento d’indirizzo con delle tavole indicative non vincolanti (di cui La Tribuna ha dato notizia a suo tempo). Per arrivare almeno all’adozione della nuova Variante Generale ci vorranno altri cinque anni se tutto va bene. Il documento adottato dovrà poi essere sottoposto a osservazioni e per l’approvazione da parte della Regione ci vorranno almeno altri cinque anni…. se tutto va bene.