Strade vuote e commercio bloccato. “Fino a marzo sarà molto dura”

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Ad Artena, Lariano, Valmontone, Colleferro e Velletri per negozi, ristoranti e cinema è “l’ora più brutta” tra clienti assenti e caro bollette. Capuano (Colleferro): “Serve un tavolo permanente col Comune per discutere di progetti di riqualificazione”

Da Colleferro ad Artena, da Valmontone a Velletri, è il momento più difficile per il commercio di vicinato e per i cinema. Mentre i colossi dell’online continuano a guadagnare e a Valmontone si prospetta la nascita di un nuovo centro commerciale, i negozianti soffrono le strade vuote.

Nei ristoranti è il momento peggiore in tutta la zona: c’è addirittura chi, ai Castelli Romani, ha deciso di chiudere e riaprire a febbraio. A causare tutto ciò sono i tantissimi isolamenti, le quarantene e anche la paura dei contagi, che vengono registrati ogni giorno, che fa stare la gente a casa.

“Siamo aperti venerdì, sabato e domenica a causa della situazione di stallo e di incertezza” dice Giovanni Papa, del Mulo Brigante di Artena. “Abbiamo deciso di non chiudere per lasciare un punto di riferimento al centro storico – afferma il titolare del Pub –, per lasciare accesa la luce della speranza, anche se a noi converrebbe stare chiusi. Ci auguriamo che tutto passi in fretta”.

A Valmontone il ristoratore Stefano Bartolucci non ha dubbi: “Per i ristoranti questo è il momento più brutto dall’inizio della pandemia. Con i tavoli vuoti e il forte aumento delle bollette energetiche sta venendo meno il desiderio di lavorare e di spendere. L’anno scorso c’era la speranza del vaccino e qualche insufficiente ristoro. Quest’anno ci hanno tolto anche la speranza e non possiamo far altro che navigare a vista”.

“Dall’inizio della pandemia è senza dubbio il momento peggiore – conferma un ristoratore di Larianoperché bisogna stare aperti, garantire continuità con tutte le spese che ne conseguono e ritrovarsi, soprattutto la sera a servire pochissime persone. È veramente difficile, basti pensare che un bollipasta consuma lo stesso gas per far mangiare 2 o 200 persone. Credo che fino a marzo sarà davvero dura”.

“Per giorni interi i negozi rimangono deserti” racconta Pino Capuano, presidente dell’associazione commercianti di Colleferro. “Tanti colleghi – dice il presidente – mi raccontano che hanno gli ufficiali giudiziari fuori la porta. Altri dicono che le banche hanno revocato loro i fidi. Le cose vanno sempre peggio – aggiunge – e la pandemia sta aggravando una situazione di crisi strutturale. Quello che servirebbe è un tavolo di confronto permanente con il Comune di Colleferro per iniziare a discutere di progetti di riqualificazione commerciale ma gli amministratori si ostinano a voler fare tutto da soli”.

Da Velletri a Colleferro soffrono tantissimo anche i cinema. L’anno scorso hanno chiuso i cinema di Pomezia e Aprilia. Prima ancora aveva chiuso il cinema di Grottaferrata. Sono rimasti quelli di Velletri, Genzano, Frascati e Colleferro. “Gli spettatori non ci sono – spiega Davide Fontana, dell’Unione esercenti cinematografici della provincia –, i bar interni sono chiusi e la pandemia costringe produttori e distributori a far uscire le pellicole online. Abbiamo perdite del 75-80 percento rispetto al 2019”.

Quanto a crisi, anche l’Aspal, qualche giorno fa, lanciava un allarme per il settore dell’agricoltura. Anche nella lavorazione del legno di castagno ci sono problemi. “Una lieve ripresa c’è – afferma un imprenditore boschivo di Lariano – ma quello che manca, anche a causa del reddito di cittadinanza, sono i lavoratori. Se continua così credo che da qui a massimo dieci anni saremo costretti a chiudere”.

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