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Ieri pomeriggio il Consiglio comunale di Artena ha differito le scadenze TARI, ICP e Tosap e recepito l’applicazione della delibera ARERA sugli sgravi TARI ai negozi che sono stati chiusi. Gli sgravi TARI arriveranno a dicembre ma nelle prime rate (la prima a giugno) importi ridotti rispetto all’anno scorso
Le attività commerciali che sono state chiuse avranno uno sgravio sulle bollette TARI. Non per tutti chiaro di quanto sarà, perché la formula deliberata dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente va sviluppata e dipende dalle specifiche attività. Di certo c’è che la delibera è stata recepita dal Comune di Artena, che ha predisposto anche un modulo per farne richiesta (entro ottobre). A ciò si aggiunge lo spostamento delle scadenze, che vengono rinviate a partire dal 30 giugno prossimo.
Le scadenze e le modalità per accedere allo sgravio
Il Consiglio comunale, con voto unanime, ieri ha approvato le nuove scadenze della TARI portate in Consiglio dall’Amministrazione dopo il confronto in commissione con le minoranze. Le bollette andranno pagate il 30 giugno, il 30 agosto, il 30 ottobre e il 30 dicembre. Le prime tre bollette saranno calcolate in acconto, applicando le tariffe 2019 sulla base del 75% dell’importo dovuto a titolo Tari nel 2019. Intanto il Comune dovrà elaborare le nuove tariffe della TARI 2020 secondo il metodo dell’ARERA. Le attività che a cui è riconosciuto lo sgravio potranno presentare domanda di sgravio entro il 30 ottobre 2020 (scarica il modello cliccando qui). Lo sgravio sarà riconosciuto a dicembre 2020. È importante dire che le minori entrate derivanti da questi sgravi non saranno rispalmati sulle altre bollette: il Comune coprirà i mancati incassi con fondi propri (uno dei motivi per cui lo Stato ha fatto sospendere il pagamento delle quote dei mutui dei Comuni).
Gli sgravi previsti dall’ARERA e recepiti dal Comune di Artena
Gli sgravi previsti sono tre. Per chi ha avuto l’obbligo di chiusura previsto prima del 15 aprile 2020 è prevista la riduzione della quota variabile secondo una specifica formula elaborata dall’ARERA. Rientrano in questa categoria: esposizioni e autosaloni; negozi di abbigliamento; negozi di libreria; negozi di cartoleria.
Per le attività che hanno avuta imposta la sospensione dell’attività da dopo il 14 aprile, si applica una riduzione forfettaria del 25% sulla parte variabile. Rientrano in questa classe: musei, biblioteche, cinematografi, teatri, impianti sportivi, negozi di calzature, negozi particolari quali filatelia, negozi abbigliamento, negozi particolari quali tende, tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato, banchi di mercato di beni durevoli, attività artigianali tipo botteghe come parrucchieri, barbieri ed estetisti e infine discoteche e night club.
Per altre attività “che non risultino immediatamente riconducibili alle categorie di cui sia stata disposta la sospensione, e l’eventuale riapertura, ad opera dei provvedimenti sopra citati” ma che comunque sono state chiuse anche volontariamente, si applicherà una riduzione della parte variabile Tari che sarà commisurata ai giorni di chiusura dichiarati. In questa categoria rientrano: scuole, associazioni, luoghi di culto, campeggi, alberghi con e senza ristorante, uffici, agenzie, banche, studi professionali, negozi di altri beni durevoli, falegnami, idraulici, fabbri, elettricisti, carrozzieri, autofficine, elettrauti, attività industriali con capannoni di produzione, attività artigianali di produzione beni specifici, bar, pasticcerie, pizzerie, pizzerie a taglio, ristoranti, osterie e trattorie, pub, mense, birrerie e amburgherie, fiorai etc, la cui attività (dice l’Arera) era comunque consentita con consegna a domicilio.
Nessuna riduzione è stata recepita per ora recepita, infine, per le attività che non erano obbligate a sospendere l’attività ma che possono dimostrare una riduzione della produzione dei rifiuti a seguito di sospensione temporanea, anche su base volontaria, delle proprie attività. Per ora esclusi quindi: autorimesse, magazzini senza vendita diretta, distributori di carburante, case di cura, case di riposo, ospedali, ferramenta, edicole, farmacie, tabaccai e plurilicenze, supermercati, generi alimentari, ortofrutta e pescherie, banchi di mercato di generi alimentari.

TOSAP e ICP: differiti i termini di pagamento
Il Consiglio di ieri si è occupato anche della TOSAP (suolo pubblico e affissioni) e dell’Imposta Comunale sulla Pubblicità. Per questi due tributi il termine di pagamento è stato spostato al 30 settembre 2020. Viene comunque consentita la rateizzazione in quattro scadenze (settembre, ottobre, novembre e dicembre) per i canoni superiori a 258,23 euro per la Tosap e 400 euro per l’ICP.
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