Il nuovo concetto di persona con disabilità

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La rivoluzione normativa e culturale in atto impone la sfida di formare e specializzare professionisti capaci di interpretare e applicare le nuove direttive

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di Avv. Carlo Affinito

La legislazione italiana sulla disabilità ha subìto una trasformazione significativa negli ultimi decenni, segnando un progresso da una prospettiva di mera assistenza a una di inclusione e di diritti.

Un punto di svolta è stato rappresentato dall’introduzione della L.13/1989, che ha iniziato a parlare di “accessibilità abitativa”, ovvero del diritto del portatore di handicap a una normale vita di relazione.

Questo cambiamento di paradigma è stato ulteriormente sviluppato con la Legge quadro n. 104/1992, che mirava all’assistenza, all’integrazione sociale e ai diritti delle persone handicappate, seguita dalla Legge 68/1999 sul collocamento mirato e dalla L. 328/2000 che ha introdotto i progetti individuali per le persone disabili.

L’evoluzione delle leggi e delle normative negli ultimi decenni ha preparato il terreno a questo rinnovamento. Il 2004 ha segnato l’introduzione della normativa sull’amministratore di sostegno, un ulteriore tassello verso un modello di assistenza che valorizza l’autonomia individuale.

Ma è la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità nel 2009 a rappresentare una vera e propria svolta: la persona con disabilità non è più vista come un soggetto da assistere e custodire, ma come un individuo dotato degli stessi diritti di tutti gli altri.

La pandemia di COVID-19 ha esacerbato le fragilità del sistema, rivelando carenze nella sua capacità di protezione e inclusione e mettendo in evidenza la necessità di una rapida attuazione della Convenzione.

La crisi sanitaria globale ha portato anche a nuove prospettive, con la riapertura e la rimodulazione dei servizi in base ai bisogni e alle aspettative individuali, segnando un passaggio da un sistema di bisogni a un sistema di diritti.

In questa cornice di riforma, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano prevede non solo un rinnovamento delle politiche sulla disabilità e la non autosufficienza, ma anche una riforma amministrativa e giudiziaria all’insegna dell’efficienza e della semplificazione.

In questo contesto nasce la Legge 227 del 2021, una delega al Governo che ha il compito di definire i decreti attuativi per una nuova definizione di disabilità, la valutazione multidimensionale e il progetto di vita individuale e personalizzato.

Si prevede un’omogeneizzazione dell’accertamento della condizione di disabilità, abbandonando il concetto di gravità in favore di quello di intensità e promuovendo una valutazione bio-psico-sociale.

Questo approccio capovolge la prospettiva da una centrata sulla diagnosi a una incentrata sulle funzioni e le capacità.

Con l’istituzione del Garante nazionale della disabilità, l’Italia si appresta a garantire un monitoraggio e una promozione attiva dei diritti delle persone con disabilità, assicurandone la piena integrazione in tutte le sfere sociali.

Il Garante avrà il compito di sorvegliare l’applicazione delle norme e di promuovere una cultura inclusiva, combattendo discriminazione e segregazione.

Di fronte a questi cambiamenti, la professione e i professionisti del settore sono chiamati a una rinnovata attenzione verso le normative e i percorsi di presa in carico, costruendo progetti di vita che siano veramente personalizzati e partecipati, e favorendo un ambiente che sia basato sui diritti e non sull’assistenzialismo.

Si profila quindi un futuro in cui il lavoro sui contesti di vita delle persone diventa fondamentale, in un’ottica di welfare di comunità che valorizzi l’autodeterminazione e la partecipazione attiva.

È un’era in cui si richiede una trasformazione culturale e organizzativa profonda, un passaggio dalla logica delle procedure standardizzate a quella della personalizzazione, mettendo al centro la persona e le sue scelte.

In quest’ambito, il ruolo dell’assistente sociale si eleva a quello di advocator, di promotore di un approccio antioppressivo che supporti l’individuo nel narrare la propria vita e realizzare il proprio progetto di vita.

Questa rivoluzione normativa e culturale impone una sfida non da poco: quella di formare e specializzare professionisti capaci di interpretare e applicare queste nuove direttive, rispettando i tempi e le esigenze delle persone con disabilità e collaborando con tutti gli attori coinvolti nel processo inclusivo.

In questo contesto di riforma, l’opera di autori come Erika Tognaccini, Arnkil, Seikkula, Bertotti, Fazzi, Rosignoli, Campanini, Curto, Marchisio, Filippini, Merlo, Tarantino e Saraceno fornisce una guida imprescindibile per coloro che operano nel settore, fornendo strumenti teorici e pratici per un servizio sociale moderno, competente e sensibile.

Avvocato Carlo Affinito

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