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Ieri sala piena all’Ariston di Colleferro: emozione e ammirazione tra gli Scout di Artena, Colleferro, Olevano Romano, Palestrina e Lariano insieme ai Sindaci Angelini, Caliciotti e Quaresima
La grande storia delle “Aquile Randagie” e dell’Operazione OSCAR che durante l’occupazione nazista salvarono 2200 persone senza sparare un colpo è andata in scena ieri al cinema Ariston di Colleferro. Il film è stato proiettato in una sala piena di scout e autorità civili. I Sindaci e gli amministratori di Artena, Lariano e Olevano Romano si sono infatti “confusi” tra le camicie azzurre, verdi e grigie degli scout Olevano Romano e Palestrina (Agesci e Masci), di Artena e Colleferro (ASdI) e Lariano (Cngei), condividendo la visione di un pezzo di storia della Resistenza italiana con i tanti ragazzi e adulti della zona dei Monti Lepini, dei Monti Prenestini e dei Castelli Romani. Tra loro anche Maria Antonietta Sartori, ex presidente della Provincia di Roma negli anni Ottanta e poi deputata e senatrice dal 1992 al 2001.
Il messaggio del regista Gianni Aureli letto prima della proiezione
L’inizio del film è stato anticipato da un messaggio a sorpresa, quello del regista Gianni Aureli, letto da Enrico Sartori (Agesci di Olevano Romano). “Rispondo con piacere alla richiesta di Enrico e Federica (Giannini ndr) di inviare un piccolo messaggio personale al pubblico di Colleferro. Anzitutto vi ringrazio di essere venuti a vedere – ha scritto Aureli – quello che solo collateralmente è il mio primo film e che invece è la bella storia delle Aquile Randagie”
“Una storia che si basa sul coraggio e l’adesione ad un ideale da parte di un gruppo di giovani che avevano fatto una promessa – ha proseguito –, proprio come, mi dicono, tanti di voi che siete qui. Al di là del colore della nostra camicia, infatti, e di qualche sfumatura stilistica, la promessa che vedrete fra poco raffigurata nel film è la stessa che avete pronunciato anche voi. Per questo spero che la storia delle Aquile Randagie, oltre a narrarvi un bel racconto, vi parli direttamente”.
“Questo film nasce grazie al contributo di molte persone – ha scritto ancora Aureli – , che coraggiosamente ci hanno creduto, e contro la paura e la diffidenza di tante altre che invece non ci avrebbero scommesso una lira. Soprattutto, nasce per raccontare questa storia anche a chi scout non è. Spero quindi che fuori da questa sala voi possiate raccontare a chi non ha il fazzolettone al collo quanto è bella questa storia, e perché no, magari invitarli a vederla al cinema“.
Le reazioni: dalle lacrime all’impegno per un mondo migliore
Durante la proiezione c’è chi si è emozionato, chi non ha trattenuto le lacrime e chi ha visto nel film di Gianni Aureli, al di là della resa cinematografica, uno strumento pedagogico per tramandare i valori su cui si impernia l’educazione scoutistica. Un’educazione di coraggio, libertà e coerenza che ha portato i giovani lombardi a sfidare il regime per condurre in salvo in Svizzera, tra i sentieri alpini, perseguitati di ieri (ebrei e ricercati, tra cui Indro Montanelli) ed ex persecutori (i gerarchi nazisti) per assicurare i primi alla salvezza e i secondi alla giustizia dello stato di diritto.
“Ho ancora la pelle d’oca” ha commentato Rossella Iori, Capo Gruppo dell’Agesci di Olevano Romano. “È stato un film bello ed emozionante – ha proseguito – che racconta la nostra storia e una parte della storia d’Italia. Forse non tutti, soprattutto i più piccoli, non ne hanno compreso a pieno il significato ed ogni sfumatura. Credo però che a tutti abbia lasciato forti emozioni. Ho visto adulti piangere dall’inizio alla fine. Capi, rover e scolte con gli occhi lucidi. L’unica parola che mi viene in mente è ‘grazie’: grazie a Gianni che lo ha realizzato, ma soprattutto grazie alle Aquile Randagie che hanno resistito un giorno in più del fascismo. Senza di loro – ha concluso riferendosi allo scoutismo – forse oggi noi non saremmo qui“.
“Lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato: una frase che ripetiamo tutti i giorni ai nostri piccoli scout – ha affermato Federica Giannini, Capo Gruppo dell’ASdI di Artena – ma che un tempo comportava scelte molto più difficili e coraggiose di quelle di oggi. La visione del film è stata l’occasione per riflettere sulla potenza dei valori scout: farlo seduti al cinema accanto ai fratelli di altre associazioni ha reso il messaggio ancora più potente. Qualunque sia la sigla e il colore della camicia, noi siamo proprio così: liberi perché ribelli”.
“È stata un’ottima occasione per vivere lo scoutismo delle associazioni e del territorio – ha detto Giorgio Schembri della Sezione Cngei di Lariano – e riscoprire insieme una storia che ci accomuna ed è importante avere bene a mente per far sì che non ci sia più bisogno di una Giungla Silente e di Aquile Randagie”. “È stata l’occasione – ha aggiunto Monia Melis, Capo Gruppo dell’Agesci di Palestrina – per far conoscere ai ragazzi uno spaccato di storia che amplia quello che i libri insegnano. Una storia vista con gli occhi dei loro coetanei che formavano il gruppo delle Aquile Randagie“.
La produzione del film è stata in parte finanziato dal Masci. Per il Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani era presente alla proiezione di ieri Silvano De Giusti “Magister” di Olevano Romano, che nel racconto ha visto anche un messaggio d’attualità, ricordando che la storia delle Aquile Randagie è stata la più importante ma non l’unica: “Il racconto della famosa pattuglia delle Aquile Randagie è stato un fenomeno del nord Italia ma anche nel Lazio c’erano ‘squadriglie’ e ‘pattuglie’ che in qualche modo avevano intrapreso la strada della contestazione fattiva del regime. Basti pensare che, mentre Mussolini si affacciava dal balcone di palazzo Venezia – ha spiegato De Giusti –, negli scantinati dello stesso palazzo c’erano dei ragazzi che organizzavano azioni limitate a quanto era in loro potere fare. La storia di quegli scout – ha concluso De Giusti – è ancora oggi un messaggio attuale rispetto al contesto nazionale“.
I sindaci: “Una storia da insegnare a scuola”
La storia delle “Aquile Randagie” e dell’Oscar ha suscitato reazioni e commenti unanimi. Dall’entusiastico “una storia bellissima” del Sindaco di Olevano Romano Umberto Quaresima ai commenti più articolati degli altri Primi Cittadini. “L’esempio delle Aquile Randagie – ha commentato il Sindaco di Artena Felicetto Angelini – è un pezzo di grande importanza della storia italiana, che è stato giusto divulgare e far rivivere ai ragazzi tramite un film, che a mio parere andrebbe fatto vedere nelle scuole“. “La bellezza e l’utilità del film– ha dichiarato il Sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti – è nel far vedere e nel riportare alla memoria vicende e valori che fanno parte delle nostre radici e che dobbiamo tenere ben a mente perché soltanto ricordando da dove veniamo possiamo costruire il futuro delle nostre comunità“.
“È un film importante perché porta alla conoscenza di un pubblico più vasto una parte della storia e del nostro passato – ha commentato Maria Antonietta Sartori -. Un film che ci fa conoscere uno spaccato di Resistenza, poco conosciuto e molto ignorato, che ha visto protagonisti le formazioni cattoliche e gli scout. Uno spaccato importante perché ha riguardato la scelta coraggiosa fatta dai giovani in una fase storica in cui fare delle scelte era difficile e pericoloso per propria vita, ma lo si faceva per il bene di tutti: da tutto ciò si può trarre una lezione universale”.