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La proposta di Zingaretti al Governo ha riscosso l’apprezzamento di Sanna e Calamita
Ieri diverse testate giornalistiche hanno rilanciato la proposta di Zingaretti e Valeriani di chiudere i termovalorizzatori e di puntare sul FOS. Diverse voci hanno già commentato positivamente la proposta fatta al Ministro Sergio Costa. I dettagli non sono noti ma si tratterebbe di riconvertire i termovalorizzatori (spenti da oltre un anno con una rilevante perdita di risorse da parte della società pubblica Lazio Ambiente) in un impianto di trattamento della frazione organica stabilizzata.
Il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna e l’assessore Giulio Calamita hanno subito diramato un commento positivo. In una nota i due amministratori hanno affermato di aver accolto “con grande positività la presa di posizione della regione sulla chiusura definitiva degli inceneritori”. “Speriamo che ogni nuova proposta sia discussa con il territorio – proseguiva la nota – che ha dimostrato reattività e volontà di uscire dal tunnel della “monnezza”. Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, nel corso dell’incontro col Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha spiegato che occorre andare oltre il processo di incenerimento nel sito di Colle Sughero”.
La nota di Pierluigi Sanna e Giulio Calamita
“Una posizione chiara – prosegue la nota diramata ieri – che ha alla sua base un’idea: i materiali conferiti negli inceneritori possono essere utilizzati diversamente. Da anni il nostro territorio afferma questo principio, da associazioni prima e amministratori poi abbiamo chiesto che questa strada venisse esplorata. Finalmente ci siamo, finalmente la politica ha deciso che è la strada giusta. Se questo percorso entra nel vivo è grazie alle associazioni del territorio che hanno lanciato un messaggio deciso di opposizione agli inceneritori ed allo stesso tempo costruttivo che noi ovviamente abbiamo sostenuto con numerose azioni, talvolta eclatanti. Unite e con le giuste idee le comunità sono in grado di vincere anche le battaglie più difficili”.
“A questo punto occorre coordinare la progettualità e siamo sicuri che nei prossimi mesi si metteranno in campo percorsi di coinvolgimento per rendere questa soluzione la più condivisa possibile. Nel nostro programma elettorale si parlava dello studio dei margini d’azione del Comune per chiuderli. Sapevamo che sarebbe stato difficile e vedere dove siamo arrivati oggi all’epoca era impensabile. Per la nostra città ed i suoi abitanti è una grande occasione di riscatto: un dramma sociale ed ambientale che può diventare esempio nazionale di virtuosismo!”.
Ma cos’è il FOS e per cosa si utilizza?
A parte l’entusiasmo per la chiusura dei termovalorizzatori già di fatto chiusi, nessuno ha spiegato per ora cosa sia il FOS. Si tratta della Frazione Organica Stabilizzata che si ottiene dalla frazione umida dei rifiuti solidi urbani (FORSU). Tale FORSU è utilizzabile in tre diversi modi: si può trattare in modo “aerobico” per la produzione di compost da usare in agricoltura; in modo anaerobico per la produzione di compost (pare più scadente di quello “aerobico”), di biometano e biogas; in modo misto per la produzione di FOS, che pare possa essere usato soltanto nella copertura giornaliera delle discariche, nella bonifica delle discariche dimesse e, con gli opportuni
accorgimenti, nel restauro di profili topografici quali cave dismesse e simili.
Quali sono le alternative sul “mercato”?
Questi sono gli impieghi del FOS ma ci sono altre strade più redditizie e più utili? Quali sono le alternative per il trattamento della frazione umida? Cosa offre il mercato e quali strade hanno intrapreso per ora le comunità locali? Domande a cui si dovrà trovare risposta per valutare la proposta. Per ora si sa che altre comunità hanno valutato proposte diverse. Lo hanno fatto anche con un confronto serrato che ha portato a dire “no” ad alcune iniziative.
Negli ultimi anni si è molto discusso in Regione e sul territorio su quale strada prendere per il trattamento della frazione umida della raccolta differenziata. In particolare le comunicati di Artena, Lariano e Velletri hanno affrontato il problema “in prima persona”. Lariano e Velletri con la Volsca hanno da tempo presentato un progetto per un impianto di compostaggio aerobico da 30 mila tonnellate l’anno. L’impianto in questione, va segnalato, era pensato in principio a tecnologia anaerobica ma successivamente è stato cambiato, adeguandosi all’orientamento della Regione di finanziare impianti aerobici.
Ad Artena si è parlato a lungo della “Biometano del Colubro”. L’impianto è stato proposto da un privato per il trattamento di circa 70 mila tonnellate l’anno di FORSU e per la produzione di Biometano. Ad Artena il “fronte del no” è stato quasi totale ma si è articolato tra chi ha giudicato non idonea l’area e chi ha espresso una contrarietà alla teconologia proposta. Per ora la proposta della ditta sembra ferma, visto che la Regione ha emesso un provvedimento di ottemperanza a cui bisogna rispondere. Intanto la Regione si sta muovendo, finanziando centri di compostaggio ed isole ecologiche.