ASSC: Colleferro proroga i contratti al 1° maggio e vuole altre razionalizzazioni

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Il Comune procede nella “cura dimagrante” iniziata nel 2017 e attende ulteriori razionalizzazioni dei costi dell’Azienda Speciale di cui è socio anche Valmontone

Il 1° marzo scorso il Comune di Colleferro ha prorogato gli affidamenti all’Azienda Speciale Servizi Comuni fino al 1° maggio 2019. Si tratta in sostanza di un affidamento per i contratti che riguardano: asilo nido “sezione primavera e micronido”, assistenza scuolabus, assistenza scuole materne, servizio di assistenza educativa, servizi di assistenza domiciliare integrata, pulizia degli edifici comunali, supporto uffici comunali e servizi cimiteriali. Il corrispettivo economico totale fissato dalla determinazione dirigenziale 104-2019 è di 784 mila euro.

Perché l’affidamento riguarda soltanto quattro mesi e non l’intero anno? Perché il Comune di Colleferro dal 2017 con la delibera di Giunta 191 del 2017 ha deciso di rivedere gli affidamenti “prevedendo ove necessario una riduzione dei servizi”, compatibilmente con la riduzione degli stanziamenti di bilancio e riducendo anche i costi amministrativi dell’Azienda. Il Comune quest’anno attende dunque due cose.

La prima: i risultati di uno studio commissionato alla società Centro Studi Enti Locali a cui ha chiesto “l’analisi dell’ambito oggettivo dei servizi attualmente in corso al fine di verificare l’adeguamento e/o la rimodulazione degli affidamenti ai sensi della normativa vigente”. La seconda: che l’Azienda Speciale elabori il nuovo piano industriale nel quale “dovrà tenere conto sia delle già previste riduzioni di budget stanziato annualmente dal Comune, sia di ulteriori economia (sic) di spesa indicati dai nuovi vertici fatto salva la tutela degli attuali livelli occupazionali“.

Una “cura dimagrante” iniziata nel 2017

Il Comune di Colleferro ha imposto all’Azienda Speciale (ex Asper) una riduzione di budget a partire dal 2017, sostenendo che l’azienda costa troppo. Il piano triennale 2017-2019 approvato dal Comune, e in particolare il relativo Piano Economico Gestionale “licenziato” dalla Giunta colleferrina, ha ridotto gli stanziamenti di 200 mila euro già nel 2017.

L’ASSC pare abbia fatto fronte alla riduzione con una razionalizzazione interna (salva la perdita d’esercizio riportata nel bilancio 2017) ma nel 2018, quando il Comune ha imposto un altro taglio di mezzo milione di euro, l’ASSC ha dovuto chiedere il Fondo Integrativo Salariale per 75 dipendenti che gravano sui servizi affidati da Colleferro. In proposito soltanto la prossima settimana l’Inps dovrebbe pagare a quei lavoratori il periodo luglio 2018 – gennaio 2019.

Tra il 2017 e il 2018 le riorganizzazioni e le razionalizzazioni colleferrine hanno portato a una riduzione degli importi impegnati dal Comune all’ASSC per 750 mila euro. Il servizio di trasporto scolastico è stato affidato a privati (perché l’Azienda non aveva alcune certificazioni) e per altri è stato già annunciato che si sta valutando di fare altrettanto, in ossequio alla riduzione del budget deliberata anche per il 2020.

Nella relazione illustrativa al Bilancio triennale 2018/2020 approvata dal Consiglio comunale di Colleferro ciò è detto chiaramente: “Nel corso del 2017 l’ente ha esternalizzato il servizio trasporto scolastico, gestito precedentemente dalla Azienda Speciale Servizi Colleferro. Per gli anni dal 2018 – 2020, l’ente ha previsto di prorogare l’esternalizzazione del servizio di trasporto scolastico ed è in corso di valutazione la possibilità di esternalizzare altri servizi”. “Per l’anno in corso e per il 2020, il P.E.G. approvato dalla Giunta ad aprile 2018 (ma sarà da vedere il PEG di quest’anno) prevedeva una ulteriore riduzione di budget e, in qualche caso, un definanziamento di alcuni capitoli di bilancio.

Non a caso in occasione dell’approvazione del bilancio triennale 2018-2020 il Sindaco Sanna aveva dichiarato in Consiglio che sull’ASSC si “…impone una cura dimagrante che parte dalla testa, perché la delibera di Giunta l’avete letta, c’è scritto dello stipendio del Direttore, c’è scritto dell’abbandono della sede in affitto, c’è scritto l’azzeramento delle consulenze fiscali, c’è scritto dell’azzeramento delle consulenze sul lavoro, cioè tagliando tutto, levandogli pure l’acquisto della malta del cimitero, perché questa è la verità, perché la malta del cimitero la stiamo comprando noi adesso, sacchetta per sacchetta, quando abbiamo tagliato tutto il tagliabile abbiamo intrapreso una strada che ci porterà chiaramente anche a chiedere un sacrificio ai lavoratori concordandolo con i sindacati”.

Il sacrificio è poi arrivato nel corso del 2018 con la richiesta del Fondo Integrativo Salariale che non è stato ancora pagato e che dovrebbe essere saldato la prossima settimana. Intanto in tutta la vicenda c’è chi vede un problema politico e non sono soltanto i Consiglieri comunali valmontonesi di opposizione. C’è anche il Consigliere colleferrino Andrea Santucci: “C’è la volontà politica di dismettere l’Azienda – ha dichiarato – a cui si sono già tolti servizi ed è normale che in questo modo l’ASSC vada in crisi. In questa dinamica chi ci rimette sono i dipendenti e tutto ciò non è giusto. L’azienda va valorizzata anche perché – sostiene Santucci – i costi sono più bassi rispetto a eventuali affidamenti a privati”.

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