Da Colleferro a Jakarta per il mondiale dei corrieri in bici

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Consegnano pacchi in città, portano la spesa, sfrecciano per le strade pedalando su bici particolari. Sono i bike messenger. Tra loro ce n’è uno di Colleferro, Riccardo Gravina, pioniere delle consegne in bici che ora è a Jakarta per i mondiali dei corrieri. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare questa comunità che pedala.

Riccardo, da quanto tempo sei un bike messenger? Quando hai iniziato a partecipare ai mondiali e alle altre gare di corrieri?

Sono un corriere in bicicletta dall’inverno del 2004 e ho iniziato a frequentare la scena dei bike messenger dai campionati europei del 2009 a Berlino. Ho partecipato a tre campionati del mondo: Losanna nel 2013, riga nel 2018 e Parigi nel 2019. Ho fatto 6 campionati europei, un campionato francese e 4 italiani.

Cosa caratterizza queste sfide tra corrieri?

Oltre a decretare i corrieri e le corriere più abili e veloci, i mondiali, gli europei e i vari campionati sono occasioni di festa e di incontro, dove questa tribù urbana radicale, si riunisce per festeggiare il proprio mestiere.

Ora con quale compagnia stai lavorando?

Al momento sono disoccupato. L’ultima compagnia per la quale ho lavorato, fino al 2018, è stata Corro, con base a Roma. Nella mia carriera ho lavorato con Speddy Boys, con Velocittà, ed E Adesso Pedala. Ho lavorato per Parigi per Coursier e a Losanna con Velocite.

Un collettivo, una comunità. Ci hai descritto un mondo solidale che festeggia la propria professione. In questi ultimi mesi si è parlato molto invece di una categoria di lavoratori che svolge mansioni simili alle vostre: i riders delle piattaforme di consegna cibo, come Deliveroo, Foodora e Glovo. Cosa c’è di diverso?

Il lavoro dei corrieri in bicicletta è offerto da piccole agenzie che garantiscono un vero contratto con ferie e malattie, mentre i riders lavorano per multinazionali con pochissime tutele e condizioni salariali molto basse. Il corriere in bicicletta è un professionista, conosce il suo mezzo e può percorrere più di 100 km al giorno.

Ora sei in Indonesia, a Jakarta per i mondiali dei corrieri. Ci puoi spiegare come funzionano?

Le gare sono iniziate il 22 agosto. Ci sono diverse categorie dove sfidarsi: dalle corse in città, a quelle con i Cargo, a quelle di Goldsprint: due bici fissate al pavimento, si pedala per il corrispettivo di 200 metri e vince chi fa il tempo migliore. Ieri c’è stata l’alleycat race, una gara urbana con un percorso di 50 km e a vincere è stato Andrea Lardera, un corriere di Milano. Io sono qui con grandi campioni, amici, come il campione e compagno di tante gare Filippo Filippini.

Bike messenger italiani ai mondiali di Jakarta. In alto da sinistra verso destra, Andrea Lardera, Riccardo Gravina, Matteo Bico, Filippo Filippini, Camilla Nannini.
In basso: Pietro Gnessutta e Emma Miasale.

A quali gare stai partecipando?

Ho partecipato alla Goldsprint, ma sono uscito al primo giro. Nei prossimi giorni farò la corsa con i Cargo. In pratica si corre con delle bici da carico, quelle che di solito usiamo per le consegne. Non avendo il bullit ( tipo di bici da carico n.d.r.) farò la gara con un carrello che mi presterà un amico di Jakarta. Parteciperò anche al footdown, una sfida che in sostanza consiste nel pedalare formando un cerchio, senza mettere mai giù i piedi. Il cerchio si stringe sempre più e l’ultimo che resiste vince. Ora si sta svolgendo la 27 criterium, gara che si svolge in un circuito, dove si percorrono 27 giri, con diversi check-point, pedalando con bici a scatto fisso e senza freni.

Un punto servizi per i corridori

Quanti sono i partecipanti?

Siamo più di 300 corrieri provenienti da tutte le parti del mondo. Jakarta è una metropoli, una città caotica e in preda al traffico, ma l’accoglienza è stata calorosa e affettuosa. E’ un mondiale all’insegna della convivialità e dell’umanità.

Riccardo per le strade di Jakarta

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