Segui La Nuova Tribuna su Telegram (clicca qui e iscriviti al canale) o su WhatsApp (clicca qui e registrati)
L’intervista al Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, che guarda all’Area Veliterna e non crede che Lazio Ambiente possa risolvere il problema dell’impiantistica
Colleferro ha perso quasi mille residenti in dieci anni. È questa la cifra e il sintomo dei problemi della città. Lavorativi, sanitari, di rifiuti. Dopo la chiusura della discarica e l’arrivo di Amazon, Colleferro è ancora oggi una questione aperta. Anche di questo abbiamo parlato con il sindaco della città, Pierluigi Sanna in quest’intervista.
La pandemia ha messo a dura prova il sistema sanitario. I territori più fragili ne hanno risentito di più e in particolare i bambini, che per ricevere cure urgenti devono andare a Roma o al Nuovo Ospedale dei Castelli. Ritiene che sia stato fatto abbastanza in questo anno per rafforzare il sistema sanitario?
Si è fatto molto in questo anno, davvero molto e per questo ringrazio la ASL RM5 e tutti i suoi dipendenti. Detto ciò va fatto di più: va aperta subito la radiologia h 24, deve arrivare subito la nuova tac, deve diventare operativa la linea di attività pediatrica presso l’Ospedale di Colleferro ed aperta la terapia sub intensiva.
Molti mesi fa l’Avio donò una cospicua somma di denaro per realizzare la terapia sub-intensiva all’ospedale di Colleferro. Cosa manca affinché venga attivata e quanto tempo ci vorrà?
Appunto, come dicevo prima, i lavori della terapia sub intensiva sono ultimati ed ora stanno arrivando i macchinari. Appena sarà concluso il montaggio dei macchinari la apriremo assieme ad AVIO e ASL.
Parliamo di rifiuti: non sembra che si siano viste attività concrete da parte di Lazio Ambiente per risolvere il problema dell’impiantistica. Non crede che si sia ancora in continuo ritardo su questo fronte?
Non credo che possa essere Lazio Ambiente, nelle sue condizioni, a risolvere il problema dell’impiantistica e poi questo territorio ha già dato.
Il numero di utenze servite dal Consorzio Minerva rimane un punto critico soprattutto se messo in rapporto con l’estensione del territorio in cui opera. Il futuro della società è di ampliare il numero di Comuni serviti o di fondersi con altre società per razionalizzare i costi?
Minerva sta bene così; quest’anno chiuderà in attivo di molto. Segni e Capranica Prenestina sono entrati e potranno entrare anche altri comuni a condizione che siano “buoni pagatori”. Non ci sarà alcuna fusione ma si potranno siglare accordi tra aziende pubbliche per condividere buone pratiche ed ottimizzare i costi.
Due anni fa si parlava di duemila nuovi posti di lavoro sul territorio di Colleferro tramite Amazon e altri investimenti. C’è ancora qualcosa da realizzare per avverare quelle previsioni oppure erano illusioni create dalla disinformazione?
A parlare si parla sempre troppo e a volte a sproposito. Amazon e Leroy Merlin garantiranno 600 posti di lavoro fissi e altri ne arriveranno per nuove coperture che ci saranno prossimamente. Il grande problema è il precariato rispetto al quale il Governo spero intervenga con apposite normative. Di certo oggi c’è più lavoro di ieri con l’economia dei rifiuti.
Nella provincia di Roma i Comuni con più di 10 mila abitanti in decrescita (dati Istat) sono solo tre: Genzano di Roma, Grottaferrata e Colleferro. La sua città è quella che in termini assoluti e percentuali segna la decrescita maggiore: tra il 2010 e il 2020 i residenti a Colleferro sono diminuiti di 906 unità (-4,09%). È il segno di un inesorabile tramonto della città industriale o crede che ci sia un modo per invertire la rotta?
Credo che il fenomeno sia da attribuire ad una migrazione dei Colleferrini nelle vicine campagne di Segni e Gavignano ed in parte anche ad una migrazione verso Roma, soprattutto di giovani per studio e lavoro. Certo quelli tra il 2010 e il 2020 sono stati anni davvero difficili, sono certo però che alla fine dell’Emergenza il dato si invertirà.
Colleferro è punto strategico di un territorio che va da Carpineto ad Artena e che fa parte del circondario del Tribunale di Velletri ma anche di una Asl che fa capo a Tivoli. Per sanità, servizi, politiche dei rifiuti e politiche di sviluppo, verso quale sistema socio-istituzionale ritiene di dover investire in termini di cooperazione e rapporti: l’area veliterna o il comprensorio tiburtino-prenestino? E quale può essere il ruolo di Colleferro?
Sicuramente l’area veliterna a cui ci lega la nostra storia. L’aria tiburtina non ha mai avuto rapporti me culturali ne istituzionali con noi se non per l’infelice fusione delle ASL a tempo della RM 30. Colleferro potrebbe ricoprire il ruolo che ha sempre ricoperto, inizio della Valle del Sacco e porta dei Monti Lepini, ultimo tratto di territorio della provincia romana, città del lavoro, dello spazio e della cultura, città dei servizi e dedicata a tutto il territorio.