
Il 2019 se n’è andato portandosi via il secondo decennio del nuovo millennio. Se n’è andato e non c’è nostalgia per questi dieci anni di crisi economica che ci hanno travolto. È stato il decennio degli investimenti bloccati, della ricerca del lavoro, dei drammatici concorsi oceanici per pochi posti a bando, della stasi occupazionale, delle grandi crisi aziendali e della gestione dei rifiuti.
Nel dibattito pubblico ha preso il sopravvento l’economia, la ragioneria e la ricerca della quadratura dei conti, a causa della necessità di ridurre un deficit che a livello nazionale è diventato un’ossessione. A cascata, nei Comuni la politica si è trasformata nell’amministrazione dei (pochi) soldi disponibili, uccidendo la creatività. Mettendo cioè da parte la progettazione dello sviluppo, tanto che in ogni dove, ad esempio, non si è più parlato seriamente di programmazione urbanistica. Nel nostro territorio solo nel 2019 si sono viste le avvisaglie di investimenti che troveranno pieno sviluppo solo nei prossimi anni.
La speranza è che da quest’anno le cose possano iniziare a cambiare. Ma affinché questo nuovo corso inizi, non possiamo rimanere appesi gli indici economico-finanziari (che per il futuro non sono rosei a livello globale) e allo spread. Né possiamo limitarci ad aspettare un cambiamento che arrivi dall’alto o che si fondi su una rinnovata spinta economica. L’economia in sé non nasce dal nulla e non è una legge ontologica ma dipende dalle persone che la vivono e dalla loro cultura. Fino ad oggi la supremazia dell’economia, ovvero l’economismo, ha solo ucciso la natalità, l’etica e la speranza, uccidendo, ricorsivamente, l’economia.
Per riprenderci davvero, allora, l’auspicio è che si torni alle persone, ai loro valori e alla loro valorizzazione, andando verso una ritrovata etica pubblica. Serve tornare alla selezione delle persone in base alle migliori idee e ai migliori progetti per darci un futuro, rigenerando in questo modo la speranza nelle capacità umane di creare un domani migliore in cui far vivere i nostri figli. L’augurio è che il 2020 sia l’inizio di tutto ciò.