Pasqua e Pasquetta si avvicinano. Due festività che in Italia hanno sempre rappresentato redenzione, pranzo in famiglia e scampagnata. Come la festività religiosa, questa è una tradizione così sentita che è ormai diventata un elemento culturale. Una tradizione così forte, soprattutto dopo un mese di reclusione in casa, che fa temere lo stesso Governo per una nuova ondata di casi tra dieci-venti giorni.
Ad Artena, Lariano e Valmontone i casi sono in crescita. Rispetto alle catene di contagio purtroppo non abbiamo informazioni su Valmontone. I casi di Artena e Lariano però stanno sempre più dimostrando che il virus è strisciante e infido. Sta passando di famiglia in famiglia tramite le relazioni parentali allargate che contraddistinguono il nostro tessuto sociale e comunitario.
Ad Artena, a quanto ci risulta, gli ultimi casi positivi che si sono riscontrati non hanno sintomi. Sono stati rilevati grazie ai controlli della Asl che ha tracciato i contatti di coloro che già erano risultati positivi. A tutti loro va la nostra solidarietà perché rimanere contagiati non è una colpa personale. Siamo in un’epidemia e finché non faranno test a tutti nessuno può escludere di non essere asintomatico. Allo stesso tempo, dall’esperienza di questi nuovi casi positivi, dobbiamo imparare che in questo periodo bisogna isolarsi anche dai parenti, anche se è dura.
Oggi i casi che si stanno rivelando sono quelli il cui contagio è avvenuto nei precedenti 5-14 giorni. Come ci sono stati quei casi asintomatici, potrebbero essercene degli altri. È per questo che diventa ormai imperativo continuare a rimanere isolati ora come anche a Pasqua e Pasquetta. Se a qualcuno viene in mente l’idea di riunirsi anche solo in famiglia con i nonni, gli zii, i nipoti o i cugini, faccia una scelta coraggiosa, altruista e di buon senso: scacci questa malsana idea per il bene suo e dei suoi cari. Anche a Pasqua è meglio stare isolati che correre il rischio di dover essere intubati.