Basta, basta, basta!

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La notizia di oggi uscita sul Messaggero è la goccia che fa traboccare il vaso ed è triste per tutti. Non intendo entrare nel merito delle vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo il Comune di Artena. Ma credo che ormai la misura sia colma.

Il fatto che un amministratore condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici non sia stato ancora rimosso dal suo ruolo – questa è la vera notizia riportata dal quotidiano romano -, mi pare che restituisca chiaramente la situazione in cui ci troviamo e in cui si trovano gli organi di controllo. Lo dico ricordando prima di tutto a me stesso che la sentenza in questione non è definitiva perché al condannato è data facoltà di fare appello per chiedere di ribaltare la sentenza. C’è forse qualcosa che non sappiamo? Forse la notizia del Messaggero non è vera? Eppure ancora non sono arrivate smentite.

Comunque non è di questioni giuridiche che si qui si tratta: quelle se le vedono i magistrati e gli avvocati. Ma di un comune che ormai è ridotto all’amministrazione ordinaria e difficoltosa delle pratiche. Un comune che deve recuperare un profilo di eticità e un’immagine pubblica della città che non può essere descritta solo dalle sentenze e dagli arresti (d’altra parte se arrivano come si fa a non farne notizia? Nella chiesa di dice: “Oportet ut scandala eveniant”). Ma non si può fare se non si arriva a un azzeramento politico-amministrativo.

Possibile che notizie del genere non siano state anticipate dalle dimissioni per motivi personali? Possibile che la questione non scalfisca l’unità politica della maggioranza che governa Artena o che tra i consiglieri di maggioranza non ci sia una sollevazione?

Credo sia ormai il momento di dire ancora una volta: “Basta!”. Se si fosse avuto uno scatto di orgoglio e lungimiranza, già un anno fa, come avevamo auspicato, si sarebbe potuto andare a votare se i consiglieri di maggioranza si fossero dimessi.

Se si fosse andato alle elezioni, in tanti (interessati compresi) si sarebbero evitati questo triste spettacolo fatto di contrasti con gli organi del Governo, condito da cause amministrative e amplificato dal fatto che tutte queste cose riguardano amministratori pubblici. In tanti, consiglieri di maggioranza compresi, con le dimissioni sarebbero stati politici responsabili che hanno fatto un passo indietro per il bene della città. Oggi avremmo già avuto un nuovo governo. Forse la nuova amministrazione avrebbe anche avviato le progettazioni degli altri cinque milioni di euro finanziati dallo Stato di cui non si parla. E invece stiamo ancora nelle condizioni di dover dire: “Basta, basta, basta!”

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