Dissonanze

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I bollettini del covid del giorno continuano a incutere paura, anche se c’è qualcosa che non va. L’altro ieri (qui i dati) c’erano 1630 persone in terapia intensiva, poi ne sono uscite 160 e ne sono entrate 118. In media si ha una probabilità del 50% di uscire vivi dalla terapia intensiva, quindi i morti sarebbero stati circa 80. Ma il bollettino segna 377 morti positivi al covid. Dove sono decedute le altre 297 persone e perché sono morte se non avevano un covid così grave da stare nelle terapie intensive (che sono occupate al 16% delle loro disponibilità)? Lo ha detto il viceministro Silieri: la “gran parte” dei decessi sono di persone in fin di vita per altre malattie. E non era meglio saperlo molto tempo addietro?

Uno studio di The Lancet, la rivista scientifica inglese, sostiene che nell’ecatombe in Lombardia del 2020 ha giocato un ruolo “l’inconsistenza della Regione e del Governo” Conte-Speranza. In particolare la rivista sostiene che il piano pandemico era obsoleto e inattuato, inoltre la mancata istituzione della zona rossa “viene vista come direttamente responsabile della diffusione dell’infezione in altre città attraverso la provincia di Bergamo (in modo particolare la Val Seriana) e poi in tutta Europa”. Non mi sembra che questa ricerca abbia avuto risonanza in Italia.

I vaccini attualmente obbligatori o raccomandati vengono “bucati” dalla variante Omicron. Lo dice la più importante rivista scientifica del mondo: Nature.com. La stessa rivista dice che di fronte a questa variante i vaccini attuali possono ben poco per evitare la trasmissione del virus. Infatti: nonostante la carica virale dei positivi a Omicron sia leggermente minore a quella dei positivi a Delta, “l’evasione immunitaria” di Omicron è determinante nello spiegare i contagi dilaganti. Questo è il motivo per cui Israele sta valutando di eliminare il Green pass sostenendo che il certificato “non ha logica sanitaria”. Forse di qua ci toccherà abolire la logica…

Siamo stati bacchettati addirittura da Amnesty International (qui l’articolo), che si occupa di diritti umani. Commentando il super green pass, l’associazione sollecitava il governo italiano a garantire “che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati”. Aggiungeva: “In ogni caso, Amnesty International Italia chiede che siano previste misure alternative, come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19, per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni”. Il governo ha risposto tempestivamente.

Da martedì prossimo milioni di persone (compresi gli adolescenti) saranno ancor più esclusi dalla vita sociale. Si tratta di: 6,5 milioni di non vaccinati e di 1,5 milioni di vaccinati con ciclo incompleto. Le nuove norme prevedono che dal 1° febbraio i non completamente vaccinati (quelli che non si sono presentati alla seconda dose) dovranno avere il tampone negativo per andare alla posta, in banca, in comune, dal tabaccaio, in edicola e in molti altri luoghi. Per i non completamente vaccinati continueranno i divieti di usare i mezzi pubblici, di andare al bar, al ristorante, al cinema, al teatro, nei centri ricreativi e culturali e nei club sportivi (per questi serve il green pass rafforzato). Non si sa quanti dei 25,9 milioni di vaccinati da oltre 120 giorni (ma senza terza dose) saranno anche loro emarginati: dopo 180 giorni dalla seconda dose scade infatti la super carta verde. I dati dell’Istituto di Sanità non sono chiari: il green pass rafforzato dura sei mesi ma nei rapporti dell’Istituto la divisione dei vaccinati viene fatta a 120 giorni (4 mesi) che è il periodo stimato di efficacia del vaccino.

Tutti i giorni tra strade, piazze e campagne ci sono milioni di persone senza mascherina. Non la tengono perché stanno camminando isolate, perché sono solo con i famigliari o perché non la vogliono portare. In Italia però vige l’obbligo di mascherina all’aperto e, ogni tanto, esce la notizia che le forze dell’ordine hanno sanzionato una persona qua e una là. Una delle virostar (Bassetti, ultimo tra i vari) intanto dichiara: “Le mascherine all’aperto non servono, non hanno fermato Omicron”. Dopo essere diventato incerto, il diritto si scopre irrazionale.

Qualche giorno fa uno studente è morto durante l’ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro. Il 28 gennaio gli studenti suoi amici hanno manifestato a Torino. La polizia li ha caricati e malmenati (qui il video e la notizia). Una ventina sono rimasti contusi. Pochissimo risalto da parte dei giornali. Ben più rare le critiche al Governo. Evidentemente il colore dei manganelli non era quello giusto.

La non rielezione del presidente uscente al Quirinale è «l’alternativa che meglio si conforma al nostro modello costituzionale di Presidente della Repubblica». A dirlo, appena rieletto e sferzante del Parlamento, fu Giorgio Napolitano, primo presidente con una storia nel Partito Comunista. Nove anni dopo, a dicembre scorso, il Partito Democratico ha depositato una proposta di legge con la finalità di vietare la rielezione del Capo dello Stato. Qualche giorno fa, per l’inconcludenza di Salvini e con la complicità di Forza Italia, il centro sinistra è stato il principale sostenitore della rielezione di Mattarella. È curioso che chi detesta i sovranisti si rifugga in un “sovrano”.

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