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Ultimamente gli animi si stanno accendendo, incattivendo e anche… duplicando. Sarà la campagna elettorale più lunga della storia di Artena, sarà la primavera che arriva e il risveglio dei sensi, sarà la voglia di partecipare e metterci la faccia ma mi sembra che da almeno due settimane i social stanno diventando massacranti. In ognuno si è risvegliato il commentatore più aspro e il Savonarola più integerrimo e inflessibile. Anche il vicino di città, che quindi non voterà, inizia a intervenire in favore di questo o di quello.
Si sta poi verificando quanto avevo previsto: la smania di criticare o applaudire sta portando questi commentatori alla cecità funzionale. Ormai non si commentano più i contenuti ma le foto e i titoli dei post, con discussioni infinite e noiose che potevano essere evitate qualora gli interessati avessero avuto il buon cuore di dedicarsi un po’ di più alla lettura.
Questo clima è figlio, almeno ad Artena (ma di leoni da tastiera ce ne sono anche a Lariano e Valmontone), di una campagna elettorale che è un gioco al massacro: un tutti contro tutti in cui la spunterà solo uno. È un po’ come un Hunger Games in cui ci possono stare accordi e alleanze temporanee e in cui si passa presto dell’alleanza alla coltellata (seppur politica) e viceversa. Solo così si possono spiegare alleanze improbabili quanto eterogenee e mutevoli.
E poi c’è il grosso problema dei profili fake. Quali sono? Quanti sono? Ultimamente ne comincio a vedere diversi agguerriti con nomi di fantasia e foto generiche: un modo anche ad Artena per indirizzare le discussioni e fomentare un elettorato o l’altro. Il rimedio? Basterebbe che ognuno pubblicasse una foto ben chiara di se stesso in un luogo ben conosciuto della propria città: si risolverebbero tanti problemi e le valutazioni diventerebbero più pacate, realiste e ragionevoli.