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Avevano cominciato con il dire: “Cambiamento, cambiamento!”, “Sarà il governo del cambiamento!”. Così avevano promesso. Infatti il cambiamento è iniziato, ma in peggio e il futuro lascia a desiderare, almeno così si dice. Le opposizioni vanno all’attacco perché il “decretino dignità” farebbe perdere annualmente migliaia di posti di lavoro. Non è esatto: avete letto che il ministro del lavoro e co. stanno assumendo giovani (compagni di scuola, compaesani e baristi: nasce così con i grillini il “reddito di concittadinanza”) per posti di rilievo nei loro ministeri con incarichi prestigiosi, di grande responsabilità e grandissimo stipendio. I posti di lavoro, allora, sono salvi.
Giggino ha tagliato i vitalizi a 150 ex deputati vecchietti e vuole abbattere le pensioni d’oro: in questo caso, checché ne dicano gli oppositori, è una questione di…equità sociale. Mica sono tutti loro compaesani o compagni di scuola, sono solo dei parassiti, eh! E dire che sul blog di Beppe Grillo denunciavano ai tempi di Renzi premier, scandalizzati e indignati, le nomine di amici e parenti dei politici nella P.A..
Avevano cominciato con il dire “Fuori i partiti dalle reti RAI!” e quello che sta succedendo nelle nomine, non solo nella TV di Stato ma anche nelle società pubbliche, è il classico “Metodo Cencelli”: uno a me e uno a te, a prescindere dalla professionalità e dalla meritocrazia. E’ facile gridare ai quattro venti “Cambiamento!” nelle piazze italiane e in campagna elettorale, molto più difficile è rimanere integerrimi una volta che si ha l’opportunità di entrare nelle stanze dei bottoni e non cadere nelle innumerevoli tentazioni che esse offrono!
La verità è che Giggino e i grillini non hanno sconfitto la casta, ma la stanno cavalcando. Non è cambiato nulla! Lottano con i leghisti per una presidenza di qua e un’altra di là e il conto lo fanno pagare alle imprese, alle famiglie e ai pensionati. Non ci rompano più i cabasisi con la loro promessa di cambiamento e, soprattutto, con la loro diversità!