A livello nazionale siamo pieni di problemi come Alitalia, Ex Ilva e altre 150 e più aziende che chiudono o stanno per chiudere e circa 200000 lavoratori che presto andranno a spasso, mentre a livello internazionale ci sono due “polveriere” che stanno per esplodere: Libia e Medio Oriente con gli attriti e le vendette che per molti esperti precluderebbero ad una guerra fra Iran e Stati Uniti. Ma sui giornali, i social, le Tv e la politica quale notizia provocatoria li fa abboccare all’amo? La presenza (ora si, ora no, poi ancora si) della giornalista italoisraelo-palestinese Rula Jebreal sul palco dell’Ariston per la kermess del Festival di Sanremo.
Certamente notizie e articoli coinvolgenti, è vero, ma “chissene importa” per larga parte degli italiani che di problemi per tirare avanti ce ne hanno a bizzeffe! Per molti, però, il timore per la terza guerra mondiale che sta bussando alla porta, le troppe numerose crisi aziendali e le tante morti stradali per alcol o droga passano in secondo piano perché Sanremo è Sanremo. A me che la bella, affascinante, poliglotta e colta Rula faccia monologhi sull’integrazione e sulla violenza sulle donne (per carità, un tema che mi trova assolutamente d’accordo) sul palco del Festival della canzone proprio non va giù.
E’ vero che non approvo il suo pensiero che vuole gli italiani un popolo di fascisti, sessisti e razzisti e neppure le sue idee sul rapporto fra Islam e Occidente, perché questi trovano miglior posto -come spesso avviene- in dibattiti televisivi “urbi et orbi”, dove snocciola con arroganza e aggressività le sue idee accusatorie contro chiunque non la pensi come lei, per poi vestirsi di una malcelata forma di vittimismo.
Ma anche a Sanremo lo share è importante e la Rula, dopo il can can che ha scatenato la sua presenza, contribuirà a farlo salire, nolenti o volenti. La sua analisi politico-sociale sul palco incollerà milioni di teledipendenti. E lei l’avrà vinta. Del resto “pecunia non olet”, anche se i soldi che riceverà per la sua comparsata provengono dal canone che gli italiani, fascisti, sessisti e razzisti pagano obbligatoriamente. E chi vuole vederla e ascoltarla lo potrà fare. Censura? Mai! C’è già il telecomando che fa la differenza.