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Fino a pochi giorni fa il governo giallo-verde era il più antieuropeista che ci potesse essere in Europa. Ora, nolente o volente, è diventato fan dell’U.E.. O meglio, è stato costretto a inginocchiarsi al volere del governo perché sull’Italia incombeva, e tuttora incombe, il pericolo della procedura d’infrazione – con penali che si aggirano nell’ordine di svariati miliardi di euro – che fa rizzare i capelli non solo al premier Conte ma a tutti gli italiani. O quasi tutti.
Una volta che i 5s e la Lega sono andati al governo e hanno dovuto fare i conti con l’U.E., il loro velleitarismo ha dovuto necessariamente abbassare le penne. L’alternativa da loro prospettata si è dimostrata peggiore di quanto supposto. Insomma, come si diceva una volta, si stava meglio quando si stava peggio. Che l’Europa, così come è ora, vada cambiata è ormai una cosa certa; del resto questa U.E. non è proprio un dogma per i nostri popoli visto che non ha una “credibilità politica e un progetto per lo sviluppo” delle popolazioni europee. Così come non li ha il nostro governo giallo-verde, con tanto di dichiarazione di fallimento.
Che cosa si poteva pretendere o ci si poteva aspettare da due partiti che per indole e inclinazione andavano in direzioni opposte? Dovevano essere riscritte molte regole europee, Maastricht, Dublino ecc. ecc., doveva essere abbattuto il 3% di deficit, non dovevano essere prese in considerazione i mercati, lo spread – come affermavano pomposamente e arrogantemente Di Maio e Salvini in campagna elettorale e fino a pochi giorni fa – e invece hanno finito e abbiamo tutti noi finito per sottostare ai diktat di Bruxelles.
La prova dei novelli cuochi, con gli strani ingredienti grillini e leghisti, è finita perché gli ingredienti non solo non si sono amalgamati a dovere – come una maionese impazzita – ma hanno cozzato fra loro e Mister chef Bruxelles li ha cacciati dalla cucina europea perché incapaci di preparare anche il più semplice uovo alla coque. Una speranza? Che la Befana ci porti un grande dono: un nuovo governo capace, efficiente e che faccia il bene gli italiani. Prima di tutto!