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Pensavamo di esserci liberati della politica del “..ma anche..” di veltroniana memoria e siamo caduti, ahi noi, nella politica del “… no a questo…, no a quello…”! Dalla padella alla brace, come si suol dire. Le scuole iniziano fra pochi giorni e mancano all’appello ben oltre 50.000 insegnanti e fino all’ultimo non si è saputo se i bambini in età vaccinale potranno entrare nelle loro classi. Sul disastro del Ponte a Genova Luigi Di Maio vuole la nazionalizzazione delle Autostrade togliendo le concessioni a tutti, mentre la Lega è fortemente contraria.
Per la TAV, come per la TAP, i grillini sarebbero contrari ma i leghisti premono fortemente per proseguire i lavori. Di Maio vuole assolutamente il taglio delle cosiddette “pensioni d’oro”, mentre Salvini è contrario e sarebbe favorevole a una specie di contributo provvisorio. A 6 mesi dalle elezioni una cosa è quasi certa: il famoso Decreto (in)Dignità, che per adesso è partito, non accontenterebbe che il solo M5s. Manca pochissimo al… famigerato Def e ancora non si conosce su quali basi esso sarà fondato, perché il contrasto fra i due leader vice ministri è tra veti e minacce in alto mare. Poi c’è anche il Bilancio comunitario che dovrà essere approvato: NO per Di Maio, SI per Salvini. Il mio dubbio è: il prossimo anno saremo in Europa?
Insomma, il famoso “contratto di governo” stilato e approvato dai due partiti dice tutto e il contrario di tutto. Sui temi così importanti per il nostro Paese non si può stare in una via di mezzo. Per calmare le dispute e i bollenti spiriti dei due leader, il premier Conte – c’è, c’è, chi l’ha detto che non c’è? – ha battuto un colpo e vuole tornare prepotentemente alla prima Repubblica con la soluzione della “Cabina di regia” per arrivare a decisioni condivise. Il futuro ha un sapore acido del passato. Cambiamento, cambiamento, ma chi l’ha detto?