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Ieri l’ufficio di presidenza della Camera ha approvato la norma che ricalcola i vitalizi degli ex parlamentari, assimilandoli alle pensioni calcolate con il sistema contributivo. Il messaggio che doveva passare, a mio avviso, è quello che i parlamentari sono dei privilegiati e dei profittatori, che hanno voluto mettere in atto a proprio vantaggio una “ingiustizia sociale”. Prima di cantare vittoria però aspetterei come si esprimerà la Corte Costituzionale, che già in passato si è espressa bocciando dei provvedimenti affermando che i diritti acquisti non possono essere cancellati. Invece secondo me è arrivato il momento che tutti gli italiani vorrebbero che si verificasse: la fine degli sprechi e dei privilegi di pochi a svantaggio di molti.
Gli ex parlamentari hanno annunciato una class action contro i membri dell’ufficio di presidenza. Il presidente dell’associazione che li rappresenta, Antonello Falomi, ha detto degli sproloqui che porterebbero tutti gli italiani onesti, come un po’ di anni fa successe con il defunto Craxi sulla questione di “Mani pulite”, a lanciargli le monetine addosso in segno di disprezzo! Queste sono le parole da lui pronunciate: “Quella di oggi è una brutta pagina della storia di questo disgraziato paese. Le vere vittime non sono gli ex deputati, persone piuttosto anziane molte delle quali hanno problemi di salute e di assistenza. Le vere vittime sono i cittadini italiani, che non avranno più certezza dei diritti stabiliti dalle leggi. Per loro non ci saranno più parlamentari liberi di svolgere in piena autonomia il proprio ruolo.”
Totò gli avrebbe risposto: “Ma mi faccia il piacere!”. Con i soldi che si sono portati a casa fino ad oggi, le cliniche per l’assistenza se le possono comprare di sana pianta. E non solo: è giusto a mio avviso che le leggi vadano sempre e comunque corrette e riviste e basta con i privilegi. Tutti devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri senza differenze di sorta, altrimenti il sistema, come ci insegna la storia, implode e può succedere di tutto. La società di oggi richiede tanti sacrifici per emergere nel lavoro, nello studio, nella crescita dei figli e non è giusto che persone che hanno vissuto sempre di politica senza versare i contributi continuino a prendere pensioni e vitalizi da capogiro, a svantaggio di tutti quei lavoratori che per avere una pensione da fame devono spezzarsi la schiena per tutta la vita.