C’era una volta a… Hollywood

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C’era una volta…a Hollywood   Stelle:3,5 su 5  Genere: Drammatico   Durata: 161 minuti

Los Angeles, 1969. Rick Dalton è una star della televisione in declino, il suo fidato amico e stuntman Cliff Booth, navigano in pessime acque. Rick comincia a recitare in ruoli minori e inizia a intravedere la fine della sua carriera. Proprio quando tutto sembra finito… ecco un’altra mazzata:il famosissimo regista Roman Polanski e la sua splendida compagna Sharon Tate, si trasferiscono vicino la sua abitazione.
Rick sembra scomparire, sta diventando l’attore antagonista per eccellenza, anche nella vita.
Rick e Cliff cercano di riemergere, nel frattempo le vite di Polanski e Tate sfrecciano veloci. Cosa accadrà quando gli eventi spingeranno le vite dei quattro ad incontrarsi?

Quentin Tarantino torna al cinema dopo tre anni, lo fa con il suo film più intimo e sentito. Un film pieno di dettagli, omaggi e sorprese. Figlio di una cura maniacale e un amore infinito verso il cinema.
Ed è proprio l’amore verso il cinema che indirizza inimitabilmente la trama e la direzione artistica del film.
La passione di Tarantino verso la settima arte lo spinge a ricreare un Hollywood affascinante, lo fa esponendo tutta la sua cultura cinematografica. Ecco che ci ritroviamo a girare Los Angeles insieme a Pitt, osservano decine di cartelloni e oggetti che richiamano il 1969.
Un Hollywood che sta cambiando, nuovi registi ed idee sono ormai pronte a rimpiazzare i vecchi Cowboy televisivi, una Los Angeles che sta tramutando e che sta per far fuori i suoi vecchi eroi. Tarantino lo sa bene,riempie il tempo e lo spazio tramite la nostalgia, i suoi ricordi e la sua immensa conoscenza cinematografica.

Il nono film di Tarantino, tuttavia, è destinato a deludere parte dei suoi fan. Il citazionismo è stato sempre uno dei suoi ingredienti favoriti, ma questa volta abbonda e smorza tutti gli altri. Ci troviamo dinanzi ad un’opera Tarantiniana fino al midollo, ma allo stesso tempo priva di molti segni contraddistinti del regista. A partire dalle scene d’azione, visto la vera storia tragica di Sharon Tate (uccisa dalla famiglia Manson) era lecito aspettarsi sparatorie infinite e scene d’alto tasso Pulp: non ci sono. Tarantino cambia la storia, ma non la fa come in Bastardi senza gloria o Django. Non gli si avvicina nemmeno. Questa è sicuramente una scelta, condivisibile o no, del regista. Il tema principale rimane la storia di Rick, il tema principale rimane è il cinema. Tarantino osserva con la lente d’ingrandimento coloro che non ce l’hanno fatta. Gli attori che hanno dato tutto al cinema senza ricevere molto ma che hanno voglia di fare cinema. I primi piani su Rick raccontano i suoi fallimenti e la voglia di rialzarsi, le moltitudini di inquadrature sulle locandine ricordano vecchi film mai apprezzati in pieno dal grande pubblico che hanno segnato la vita del regista.

Consiglio la visione, il film di Tarantino racconta una bellissima Hollywood sulla via del tramonto esponendo tutto il suo amore verso il cinema. Questo farà sicuramente felici i cinefili, a cui brilleranno gli occhi vedendo tanta grazia; per chi invece si aspetta dialoghi fiume e scene Pulp rimarrà in parte deluso: Tarantino innamorato è tutt’altro cosa.

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