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- Il re di Staten island Stelle: 4 su 5 Genere: Commedia Cinema:Colleferro Durata: 136 minuti
Scoot Carlin ha 24 anni, non ha prospettive sul proprio futuro e passa il tempo con gli amici fumando continuamente marijuana. Scoot vive con sua madre e sua sorella a Steten Island. Scoot ha perso il padre molti anni prima mentre faceva il suo lavoro: il vigile del fuoco. Quando la sorella di Scoot parte per il college e sua madre allaccia una relazione con un vigile del fuoco, la routine di Scoot viene interrotta forzatamente e si vede costretto a fare qualcosa, la vita gli impone di cambiare.
La regia è di Judd Apatow, che non è nuovo a questo tipo di commedie. Commedia realizzate tramite momenti divertenti e momenti di riflessione. Inoltre, come i suoi precedenti lavori anche qui troviamo un’evoluzione del personaggio significativa. I personaggi di Apatow maturano in fretta poichè sono costretti a farlo. E spesso è un percorso assai tortuoso, poiché non sono pronti ad affrontare l’età adulta.
La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Apatow e da Pate Davison, il quale interpreta anche Scoot. La storia è una sorta di autobiografia romanzata: narra quale strada avrebbe preso la vita di Davison se non avesse fatto il comico.
Propria nella sceneggiatura troviamo i punti di forza del film, ci viene esposta in maniera cruda molte difficoltà dei ragazzi nati a partire dagli anni novanti: la mancanza di modelli e motivazioni, la voglia di rallentare il tempo poiché si ha la convinzione che girando pagina non ci sia niente di buona, l’inclinazione ad essere passivi e la voglia di evadere dalla realità.
Questi aspetti sono stati poco trattati nel cinema moderno, e nel Re di Staten Island vengono analizzati senza fare vittime e carnefici. Vengono esposti vari punti di vista, i quali lasciano spazio ai pensieri degli spettatori. In fondo il cinema è questo che dovrebbe fare, far riflettere senza dare sentenza.