Velletri, penalisti in agitazione. Il Presidente del Tribunale cambia il decreto

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Questa mattina la Camera Penale del Tribunale di Velletri ha dichiarato lo stato d’agitazione: se le cose non cambiano, programmerà l’astensione dei penalisti. L’avv. Sabrina Lucantoni: “Con il pretesto del Covid l’esercizio del diritto di difesa nel processo penale non può essere umiliato né contingentato

Da questa mattina la Camera Penale del Tribunale di Velletri è in stato d’agitazione. I penalisti hanno chiesto la “risoluzione immediata delle criticità” inerenti il deposito degli atti penali, l’accesso in Tribunale, le condizioni di attesa all’ingresso, l’apertura delle cancellerie dibattimentali e l’orario di apertura del presidio della Procura. Non è la prima volta che gli avvocati protestano per le condizioni di lavoro in Tribunale. Mesi fa lo scontento arrivò anche a incarnarsi in una manifestazione pubblica. Oggi la dichiarazione dello stato di agitazione ha portato a qualche risultato. Ma non viene ritirata perché si attende che tutte le problematiche siano risolte.

Lucantoni: “Pretendiamo il rispetto delle regole e il rispetto della nostra funzione difensiva

“Con il pretesto del Covid, l’esercizio della difesa, soprattutto nel processo penale, non può essere umiliato né contingentato come sta avvenendo in questi mesi” dichiara l’avv. Sabrina Lucantoni, presidente della Camera Penale di Velletri, che aggiunge: “Pretendiamo il rispetto delle regole e il rispetto della nostra funzione difensiva. Capisco che i magistrati e i dirigenti amministrativi debbano attenersi alle indicazioni del Ministero della Giustizia ma non possono limitare il nostro esercizio del diritto di difesa come stanno realmente facendo”.

Il decreto che ha fatto scattare lo stato d’agitazione

La dura presa di posizione della Camera Penale è scattata dopo un decreto del Presidente del Tribunale firmato ieri. Quel decreto ha disposto, con efficacia da oggi, il deposito degli atti penali tramite pec e con firma digitale. Quest’ultima era già obbligatoria per i civilisti ma non per i penalisti, molti dei quali non ne sono ancora dotati. Ecco perché la Camera penale, nel dichiarare l’agitazione, ha chiesto “una proroga dell’entrata in vigore delle disposizioni del decreto, almeno sino al 31 dicembre 2020, al fine di consentire a tutti i difensori di munirsi di firma digitale e riorganizzare i propri studi”.

Oggi stesso il Presidente ha rivisto il decreto

Il Presidente del Tribunale ha recepito oggi la richiesta di proroga. Con un apposito decreto ha infatti rimandato al 1° gennaio l’efficacia del deposito telematico degli atti penali con firma digitale. Risolta una delle cinque problematiche segnalate, rimangono le altre elencate in un documento firmato dal “Direttivo” della Camera Penale.

Gli accessi regolamentati “indegni” e gli assembramenti all’ingresso

Uno dei problemi più visibili, arrivando davanti al Tribunale di Velletri, è l’assembramento che in alcuni giorni si verifica davanti all’entrata. L’accesso in Tribunale è infatti regolamentato in modo tale che il personale di vigilanza deve accertare che gli avvocati abbiano udienza. Inoltre si segnala che devono “verificare che gli avvocati dicano la verità” e il protocollo viene definito dalla Camera Penale “indegno di un paese civile”.

E poi c’è il problema delle attese. “Queste modalità operative – scrive la Camera Penale in un documento – nei giorni scorsi hanno di fatto impedito a molti avvocati di presenziare tempestivamente alle loro udienze, che venivano celebrate senza la loro presenza, esponendoli ad azioni di responsabilità da parte degli assistiti per colpa professionale, oltre che a sanzioni disciplinari”.

Alle modalità di accesso è correlato ad un ulteriore problema. All’ingresso del Tribunale gli spazi sono definiti “assolutamente non adeguati per il distanziamento sociale” e sono “fonte di probabile e quanto mai possibile contagio, se non di malanni influenzali”. Dopo l’installazione di un termoscanner all’ingresso, i penalisti chiedono che “venga ripristinato il libero ingresso, con effetto immediato”.

Le cancellerie dibattimentali e il presidio della Procura

Ci sono infine altre due criticità. Una riguarda il presidio della Procura, l’altra le cancellerie dibattimentali. Partiamo dal primo. Gli orari di apertura (due ore) è ritenuto “assolutamente insufficiente per soddisfare le richieste dell’utenza e costringe gli avvocati e gli utenti a mettersi in fila sin dalle prime ore della mattina”, con tutti i disagi del caso. Si aggiunge che una nuova disposizione chiude quel presidio il giovedì e ciò fa pensare che “la situazione diverrà insostenibile”, dicono i penalisti di Velletri. Presentare la documentazione in modo telematico? Non è possibile, sottolineano dalla Camera Penale, perché “la Procura non è organizzata per tale modalità”.

Quanto alle cancellerie dibattimentali, lo “sportello” è aperto solo un’ora al giorno. Tale orario è per i penalisti “inadeguato, insufficiente e disagevole”, costringendo a lunghe attese con “stazionamento (sotto la pioggia), nei pressi del Tribunale dal momento dell’iscrizione al momento dell’accesso”. Ciò che la Camera Penale chiede è la “riapertura delle cancellerie dibattimentali, con orario 9-12 dal lunedì al venerdì, come è avvenuto per la cancelleria Decreti Penali, per la Cancelleria GIP GUP”.

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