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La tre giorni di convegni dedicati al fondatore di Roma si tiene ad Ariccia ed è organizzata dal Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”
Da Bristol, Oxford, Vienna, Antille, Madrid e non solo fino ad Ariccia per confrontarsi su Romolo, dio, re e fondatore di Roma. Professori ed esperti daranno vita da oggi a tre giorni di convegni sulla figura del primo re di Roma. Lo faranno in quell’Ariccia a metà tra il bosco sacro della Ninfa Egeria e il lago di Nemi, luogo del mitico Rex Nemorensis la cui figura apre “Il Ramo d’Oro” di James George Frazer, testo fondativo dell’antropologia culturale.
D’altra parte non poteva che essere così se si pensa alla figura di Romolo: tra il divino e il terreno, fu un uomo tra il reale e l’eponimo. Secondo la leggenda salì in cielo mentre stava combattendo una battaglia. In base a delle testimonianze scritte fu invece ucciso e smembrato dai senatori, che lo ritenevano un despota. Ancora secondo la leggenda a Romolo fu consacrato il Lapis Niger, scoperto nel 1899. In quel luogo non c’è stata però traccia del suo corpo, così come nella sua (presunta) tomba trovata l’anno scorso.
In ogni caso fu divinizzato nella figura del dio Quirino. Sul suo mito di fondatore i romani costruirono un impero basato soprattutto sulle istituzioni militari e civili la cui fondazione si attribuisce a lui. Alla sua figura e al suo “testamento” (una metafora storica), che consegnava a Roma il ruolo storico di conquistare il mondo, parla anche la famosa commedia “I sette re di Roma” di Luigi Magni, interpretata magnificamente da Gigi Proietti, con la regia di Pietro Garinei.
Oltre la commedia c’è la figura del fondatore, studiata in tutto il mondo, come emerge dalle fonti scritte e i reperti. Su quelli si baseranno le conferenze che da oggi inizieranno ad Ariccia e termineranno il 5 giugno prossimo. Il programma dei convegni organizzato dal Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” dell’associazione Calliope è intenso e interessante. Per scaricarlo clicca qui.
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