Marzo: il mese dedicato alle battaglie femminili per i diritti

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Riceviamo e pubblichiamo da Maria Grazia Gabrielli un articolo sull’iniziativa “Racconta la donna” che si è tenuta a Lariano

Domenica 3 marzo l’Associazione Arcobaleno ha organizzato la manifestazione “Racconta la donna”, una rassegna di eventi culturali creati per suscitare momenti di riflessione e di dibattito intorno all’universo femminile.

Davanti ad un pubblico numeroso e partecipe si sono alternati diversi relatori, che hanno evidenziato come in Italia e nel mondo, benché la legislazione garantisca oggi una serie di diritti e prerogative di cui le donne del passato non godevano, tuttavia c’è ancora tanto da fare per arrivare alla meta della effettiva parità.

La prima ad intervenire è stata la dott.ssa Ilaria Neri, che ha ricordato la piaga della violenza di genere, la disparità salariale e il persistere di una cultura patriarcale che, in molte donne oltre che negli uomini, agisce come un freno capace di ostacolare i percorsi di crescita professionale e culturale dell’universo femminile. Così si arriva a rinunciare alla carriera e a occasioni di lavoro, soprattutto se questi comportano il doversi assentare da casa e dal menage familiare.

La prof.ssa Maria Grazia Gabrielli ha proposto un breve excursus storico dei diritti femminili, acquisiti in tanti anni di lotte e battaglie civili: è stato ricordata la data del 2 giugno 1946, quando in Italia le donne sono state chiamate per la prima volta al voto; si è parlato delle 21 costituenti, le cosiddette “madri della Costituzione”, della legge che nel 1963 garantì alle donne l’accesso in magistratura e nella carriera diplomatica, le fondamentali leggi sul divorzio e l’aborto, la cui promulgazione ha reso l’Italia un Paese laico, la legge del 1999 che ha aperto alle donne le porte della carriera militare.

Nella seconda parte del suo intervento si è soffermata su una novella del Decameron di Boccaccio, che spicca per la modernità della figura femminile della protagonista. Ci riferiamo alla nobile Ghismunda, che contro l’amore soffocante e geloso del padre Tancredi, rivendica il diritto a poter godere degli stessi diritti che hanno gli uomini: ricorda al genitore che è fatta di carne e non di pietra o ferro, proprio come lui, e che amando il giovane Guiscardo non ha esitato ad aprirgli il suo cuore e ad amarlo carnalmente.

Inoltre, riafferma con forza che la vera nobiltà è legata alle qualità spirituali e non ai titoli o alla stirpe, come invece afferma Tancredi. La lettura di alcune pagine del filosofo Edgar Morin, dedicate alla rivoluzione delle donne iraniane, è stata al centro dell’intervento dell’autore e regista teatrale Enzo Toto, ben noto ai larianesi per aver scritto il testo dello spettacolo “O meglio ve areto”, rappresentato nel 2017 in occasione del 50° anniversario dell’autonomia comunale della nostra città.

Emozionante e coinvolgente la visione di un filmato realizzato a Brisbane, in Australia, in cui la folta comunità iraniana presente in quel Paese canta piangendo la canzone-simbolo della rivolta femminile: “Vita, Donna e Libertà”.

La dott.ssa Martina Scognamillo si è invece soffermata su un tema molto delicato, quello del “body shaming”; ha ricordato la sua esperienza diretta a contatto con donne vittime di violenza da parte dei compagni e la loro frustrante assenza di autonomia economica, cosa che spesso impedisce loro di staccarsi dal contesto familiare in cui vivono costantemente sotto minaccia.

Ha infine citato i condizionamenti a cui sono sottoposte le giovani, le ragazze, preoccupate se il loro abbigliamento, quando sono pronte ad uscire il sabato sera, sia adeguato o costituisca quasi una giustificazione nel caso dovessero subire molestie o violenze. Ha ricordato infine la campagna di sensibilizzazione svolta da lei e da altre operatrici nelle scuole e ha rinnovato l’invito a denunciare ogni forma di violenza e sopraffazione.

La conclusione della manifestazione è stata affidata alla voce calda e vibrante di Christian Ronchetti che, con la consueta bravura, ha recitato i versi della lirica di Alda Merini “Inno alla Donna”, accompagnato con la chitarra da Roberto Candidi. Le conclusioni sono state affidate alle parole di Serena Dell’Erba, sostenitrice dell’Associazione, che ha ringraziato tutti i partecipanti, gli amministratori presenti e il pubblico.

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