Perché ci si perde sui sentieri dei Monti Lepini? Risposte e consigli del Soccorso Alpino

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Sui sentieri dei Monti Lepini circa 16 interventi di soccorso nel 2020. Perché? La risposta è una sorpresa. Come andare ben equipaggiati in montagna? Parola a Orlando Incelli, Capo Stazione di Collepardo del Soccorso Alpino e Speleologico del Lazio

Quando qualcuno si perde sui sentieri dei Monti Lepini, dei Monti Ernici e dei Simbruini scattano loro. Sono i volontari del Soccorso Alpino e Speleologico Italiano, soprattutto della Stazione di Collepardo, che, equipaggiati di tutto punto, vanno alla ricerca di chi è in difficoltà nei boschi, sugli altipiani, nelle vallate e sui monti. All’occorrenza intervengono anche dalla Stazione Speleologica di Roma. Se necessario con l’elicottero e i medici.

Nell’ultimo anno, tra Lepini, Ernici e Simbruini i soccorsi sono scattati cinquantacinque volte. Solo sui sentieri dei Monti Lepini si è registrato circa il 30% degli interventi. Eppure si tratta di monti non troppo difficili. Perché gli escursionisti si perdono? Quali sono i problemi più frequenti? E poi: è solo colpa dell’inesperienza? E quali precauzioni prendere in questo periodo in cui i Lepini sono coperti di neve? Lo abbiamo chiesto a Orlando Incelli, Capo Stazione di Collepardo del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Lazio, che sui Monti Lepini si divide gli interventi con la Stazione di Latina.

Nella zona di vostra competenza quali sono i monti su cui avete fatto più soccorsi nel 2020?
“La Stazione di Collepardo ha competenza nelle zone che vanno da Veroli a Filettino, su tutti i Monti Ernici, Simbruini e Lepini, arrivando quasi a toccare le Mainarde che, pur collaborando tutti in caso di necessità, sono di espressa competenza della Stazione di Cassino. In questo territorio i maggiori interventi si verificano su Pizzo Deta e sul Monte Passeggio, a 2000 metri, vicino Veroli. Molti ne abbiamo fatti anche nella zona di Campo Catino, nella località montana comune di Guarcino, e nella zona di Filettino, Trevi nel Lazio, Collepardo, Trisulti. In tutto il 2020 siamo intervenuti 55 volte”.

Tra Subiaco e Cassino, sulla Via di San Benedetto, ci sono problematiche particolari con i pellegrini?
“Su quel percorso abbiamo avuto meno problematiche. Se accade qualcosa di grave è perché c’è chi scivola e si fa male. Un intervento importante l’abbiamo fatto sotto Trisulti nel 2018 ma in generale i pellegrini e gli escursionisti sono preparati e disciplinati”.

Quali sono i casi più frequenti per i quali intervenite sui sentieri dei Monti Lepini?
“Di sicuro la ricerca dei dispersi. Da gennaio a dicembre del 2020 abbiamo fatto circa 16 interventi sui Monti Lepini di cui una decina negli ultimi 3 o 4 mesi, tra Semprevisa, l’Erdigheta e il Capreo. Altri interventi sono stati necessari su Monte Lupone, Cacume, Santa Serena, e sul Malaina a Sgurgola. Recentemente siamo intervenuti insieme alla Stazione di Latina sul Semprevisa in soccorso di un gruppo di 5 giovani che avevano un Labrador. I ragazzi avevano perso perso l’orientamento non riuscivano a tornare presso Pian della Faggeta. Li abbiamo intercettati vicino la Fonte Acqua Valle Perti in buono stato di salute e li abbiamo riportati indietro sul sentiero fino a riaccompagnarli, con i Carabinieri di Carpineto e la Protezione Civile Comunale, alle loro autovetture”.

Si tratta di monti senza grandi difficoltà: perché si perdono?
“È vero che non sono montagne difficili, basti pensare che il Semprevisa ha un’altitudine di 1500 metri, una buona esposizione e può essere affrontato sia da Bassiano che da Carpineto Romano. Però c’è un discorso legato a una scarsa cura delle informazioni per gli escursionisti: non ci sono le classiche tabelle che usa il CAI con le segnalazioni bianche e rosse ma i segni sulle rocce, inoltre i tempi di percorrenza non sono indicati correttamente per i molti escursionisti alle prime armi”.

C’è un aumento degli escursionisti “della domenica”? Quali difficoltà incontrano?
“Da maggio 2020 ad oggi, dopo l’intitolazione della Cima “Nardi”, c’è stato un rinnovato interesse per il Semprevisa inoltre su Pian della Faggeta si apre un panorama di arrampicata notevole con una falesia da poco inaugurata, presso la quale abbiamo anche prestato assistenza. Chi si perde sui Lepini è tratto in inganno in quota dalle condizioni atmosferiche mutevoli in questo periodo. Gli escursionisti della domenica puntano la vetta verso la Cima Nardi, poi tornando indietro e si perdono nella bellezza del paesaggio”.

“Nel tragitto del ritorno non hanno grossi riferimenti e si perdono tra impluvi e zone che danno verso il mare. Va ricordato che il più delle volte gli escursionisti devono seguire i pallini bianchi e rossi sulle rocce che possono essere difficili da individuare in condizioni di scarsa visibilità o di neve. Se l’escursionista non esperto non ha portato il Gps e quindi non ha marcato il percorso all’andata, può capitare che non trovi più la strada del ritorno. Ciò accade anche a chi è più esperto, tant’è che abbiamo ricevuto richieste di soccorso anche da sedicenti guide esperte.

Quali sono le raccomandazione per chi vuole andare in montagna in questo periodo?
“La prima raccomandazione è quella di curare nel modo più dettagliato l’equipaggiamento. È importante, laddove ci sono difficoltà di segnaletica, andare in montagna accompagnati da persone esperte, con una cartina e soprattutto un Gps, che dà la sicurezza di essere trovati in caso di difficoltà. Bisogna avere dei vestiti di ricambio da portare nello zaino, perché si suda molto e si ha bisogno di cambiarsi. È importante portare i ramponi, una piccozza ed eventualmente le ciaspole. E poi non bisogna dimenticare un paio di telefoni, uno spento e uno acceso, e magari anche una batteria di ricarica. Nello zaino va messa almeno una decina di metri di cordino o, se la si sa usare, una corda. Bisogna portare con sé un accendino e un seghetto, che possono essere utilizzati per accendere un fuoco d’emergenza per scaldarsi o per segnalare la propria presenza. Questa è l’ABC della sicurezza in montagna”.

“Inoltre una cosa importante è iscriversi al CAI, frequentarne i corsi di formazione ed avere l’app Georesq che lavora sui sistemi GSM e può dare la localizzazione in tempo reale del soggetto disperso. In caso di necessità, infatti, una sala operativa del Soccorso Alpino del Nord Italia, operativa h24, lancia un messaggio auto installante che arriva sul telefono del disperso tramite l’App. A quel punto l’escursionista deve solo pigiare “ok” per farsi localizzare. Le coordinate geografiche del disperso vengono condivise con le squadre di soccorso che intervengono con le squadre di terra o, se necessario, con l’elicottero e medici per l’evacuazione veloce”.

L’articolo Perché ci si perde sui sentieri dei Monti Lepini? Risposte e consigli del Soccorso Alpino proviene da montilepini.info.

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