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La mozione sarà discussa nel Consiglio regionale del Lazio
La proposta è di quelle che piace ai giovani e che ricalca una pratica da molto tempo in voga in Norvegia e Svezia. Per chi è cresciuto negli anni Ottanta fa anche “rima” con una nota canzone di Zucchero che inneggia a “una sana e consapevole libidine”. A 31 anni di distanza dalla canzone, l’idea di rendere gratuiti i contraccettivi per donne e giovani è diventata una proposta concreta che sarà discussa nel Consiglio regionale del Lazio.
I Consiglieri Eleonora Mattia, Marietta Tidei, Valentina Grippo, Salvatore La Penna, Eugenio Patané ed Emiliano Minnucci hanno infatti presentato una mozione in tal senso. La proposta di delibera ha motivazioni e fondamenti orientati alla difesa e promozione della salute e alla prevenzione delle interruzioni di gravidanza. Per ora si tratta ancora di una proposta che dovrà essere discussa e votata dal Consiglio Regionale.
“Abbiamo la responsabilità – ha spiegato la presidente della IX Commissione regionale Eleonora Mattia – di tutelare e promuovere la salute sessuale e riproduttiva delle giovani generazioni, attraverso la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, in particolare Papilloma virus e Hiv. E’ per questo che abbiamo chiesto al presidente Nicola Zingaretti e alla Giunta regionale, che ha già fatto molto per i consultori, di impegnarsi per garantire la gratuità di tutte le prestazioni e dei metodi contraccettivi, anche i più moderni, e delle analisi cliniche necessarie per la loro assunzione. Dobbiamo lavorare per sensibilizzare le scuole all’educazione sessuale, potenziare i consultori e le campagne informative per l’educazione alla sessualità libera, alla salute sessuale e riproduttiva, nonché per la diffusione della contraccezione come strumento di prevenzione, anche attraverso l’inserimento nei programmi scolastici e specifiche campagne di informazione”.
“Investire in contraccezione – sostiene la Mattia – significa risparmiare, soprattutto in termini di sofferenza umana, considerato che un contraccettivo costa meno di una maternità non voluta, di un’interruzione di gravidanza o della cura di malattie sessualmente trasmesse. Dai dati che abbiamo raccolto emerge che l’Italia è al terzultimo posto, in un’indagine condotta in 10 paesi Europei, per uso di contraccettivi e le cause vanno ricercate anche nel costo degli stessi e nella mancanza di alcuni servizi nei consultori familiari sul territorio. Ciò crea barriere sociali ed economiche alla contraccezione per le fasce più fragili, in particolari minori e donne che subiscono violenza”.